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Omicidio Matteuzzi, la sorella di Alessandra: “Lui voleva il controllo di tutto”. E a processo l’avvocato: “Lei era un burattino”

Pubblicato: 22/01/2024 20:18

Non riesce a trattenere le lacrime Stefania, la sorella di Alessandra Matteuzzi uccisa dall’ex compagno Giovanni Padovani il 23 agosto 2022. In collegamento a “Pomeriggio Cinque” la donna parla, nel giorno dell’udienza, del rapporto tra la sorella e il suo assassino e dichiara: “Lui voleva il controllo assoluto su di lei. Quando lei ha messo un fermo, purtroppo ha fatto quello che sappiamo”. Dichiarazioni fatte a caldo, proprio nei giorni in cui si sta svolgendo il processo.
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“Crudeltà, perché l’ha massacrata”, spiega la sorella, e sul presunto amore tossico: “Non lo era. Se guardo la loro storia vedo che è tratteggiata da cose che succedono in tantissimi altri rapporti. Questo non lo condivido, era proprio il controllo che lui voleva avere su di lei. Questo ha caratterizzato la loro storia”. Questo il racconto di Stefania.

“È un dolore disumano quello che sto provando”, conclude Stefania che adesso vuole solo giustizia: “È l’unica cosa che mi fa andare avanti“. 
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Il racconto di Stefania

Intervistata da Quarto Grado, Stefania Matteuzzi lo scorso ottobre, aveva ripercorso la relazione tra la sorella e Padovani: “O era solo sua o altrimenti non gli andava bene, non la accettava questa cosa, ma lui aveva già pianificato tutto”, ha detto. Stefania era con loro al primo appuntamento dopo gli iniziali contatti su Facebook, ed era al telefono con la sorella quando è stata uccisa: “Le urla sono ancora dentro la mia testa. Perché lei è scesa dalla macchina dicendo: ‘Adesso do da mangiare al cagnolino’, perché il suo pensiero era quello e poi ho cominciato a sentire… Ma non c’è stata una discussione da dire: ‘No Giovanni, basta, vai via”, degli urli… e poi dopo si è interrotta la comunicazione”. La sorella di Alessandra ha anche aggiunto di aver provato a calmare Padovani in viva voce, ma la voce di lui sarebbe stata incomprensibile, e di aver chiamato i carabinieri.

L’avvocato della parte civile: “Alessandra burattino nelle mani di Padovani”

Giovanni Padovani non sarà trasferito al Rems

Parti civili e difesa schierati, questa mattina, al processo per il femminicidio di Alessandra ammazzata a martellate, calci, pugni e colpi di panchina il 23 agosto 2022. Padovani risponde di omicidio aggravato da legame affettivo con la vittima, stalking, premeditazione e futili motivi.   

Padovani era un maniaco del controllo, un controllo costante, asfissiante. Alessandra doveva accettare di essere un burattino, un pupazzetto nelle sue mani, una ‘res’, quello doveva diventare Alessandra perché Padovani fosse soddisfatto. E se Padovani non è soddisfatto non è che va via, che va su altri lidi, Padovani la ammazza”. Questo uno dei passaggi dell’arringa del difensore di parte civile, Antonio Petroncini, nell’ambito del processo, davanti alla Corte d’Assise di Bologna.   
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