
Scattano in tutta Italia i controlli negli aeroporti e la disinfezione degli aeromobili per prevenire il rischio di diffusione dell’infezione Dengue, dopo l’allarmante aumento dei casi in vari Paesi come Brasile e Argentina.Ma anche in Italia l’allerta è stata innalzata, e all’aeroporto di Roma si sta già da ieri provvedendo a disinfettare gli aerei in arrivo dai paesi coinvolti. Ma cosa sta succedendo in Italia e nel mondo?
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La circolare del Ministero della salute
Gli Uffici di Sanità Marittima Aerea e di Frontiera (Usmaf–Sasn) hanno avuto l’indicazione di innalzare il livello di vigilanza. Le misure includono controlli e sanificazione extra e la disinfezione degli aerei in arrivo da paesi in cui c’è un “rischio frequente e continuo” di contrarre la febbre Dengue. Lo ha sancito il Ministero della salute, nella circolare emessa da Direttore generale del dipartimento della Prevenzione, Francesco Vaia: “Si ricorda – si legge nella circolare – che il Regolamento Sanitario Internazionale prevede che l’aera aeroportuale/portuale e i 400 metri circostanti siano tenuti liberi da fonti di infezione e contaminazione, quindi anche roditori e insetti”.

La dengue è diffusa principalmente nei Paesi tropicali e subtropicali, soprattutto in aree urbane, ed è particolarmente presente durante e dopo la stagione delle piogge. Ricordiamo che, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, i casi di febbre Dengue sono più comunemente asintomatici o provocano una lieve malattia febbrile.
La diffusione
Dopo un rallentamento negli anni della pandemia, lo scorso anno la circolazione della Dengue, che è comunque soggetta a intensificazioni ogni 3-4 anni, ha ripreso a crescere. Secondo l’Oms sono stati oltre 5,5 milioni i casi e più di 5 mila i morti. Oltre l’80% si è verificato nel Sud America, con il Brasile che, da solo, ha contato circa 3 milioni di contagi.
Aumenti importanti sono stati registrati in Bangladesh con oltre 300 mila casi, Burkina Faso, che con 150 mila casi è stato il Paese africano più colpito. 170 mila casi anche in Vietnam, anche se in calo rispetto all’anno precedente. L’epidemia non ha risparmiato neanche l’Europa, dove sono stati registrati casi sporadici in Italia (82), Francia (43), Spagna (3).
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