Vai al contenuto

Il ritorno del Senatur: Bossi alla carica in vista delle Europee

Pubblicato: 17/02/2024 17:02

Le elezioni europee cruciali per la Lega. Dal “grave errore” del 2019, quando il Carroccio le aveva stravinte, a quello altrettanto deleterio di presentarsi al voto del prossimo giugno “come la brutta copia di Fratelli d’Italia”. E’ senza attenuanti l’analisi di Umberto Bossi sul suo (ex?) partito, quello che nel simbolo riporta ancora “per Salvini premier”. Una disamina apparsa sul Corriere della Sera di oggi, con un articolo del retroscenista Francesco Verderami.

Bossi e la diffidenza verso i piani salviniani

Il Senatur si sarebbe sfogato in un incontro a Gemonio, con una trentina di persone, incentrato sulla nuova storia politica a cui sta lavorando. Ci sarebbero stati “compagni di strada della prima ora, alcuni rappresentanti locali, ex ministri ed ex parlamentari. Ma non si tratta di un gruppo impegnato in una qualche velleitaria operazione scissionista”, spiega sempre Verderami.

Bossi, che ha 83 anni, teme che oggi Salvini per rattoppare il “fallimento del suo progetto” possa innestare nella Lega – in vista del voto europeo, determinante per ristabilire i rapporti interni al centrodestra italiano – personaggi che “non hanno nulla a che fare con la nostra storia. Ha sbagliato a scegliersi i compagni di strada in questi anni, ma non può ora affidarsi a tipi come quel generale lì… Vannacci”. A proposito di sbagli, Bossi avrebbe ricordato il “grave errore” di Salvini dopo le Europee 2019: “Avevi stravinto, a Strasburgo avevi un gruppo parlamentare che era secondo solo al Ppe. Avevi la rappresentanza di tutto il Nord imprenditoriale e cosa hai fatto? Hai portato la Lega all’opposizione. Ma così non conti niente”.

Il vuoto politico mai colmato

Per Bossi, secondo il Corsera, Salvini non sarebbe in grado di colmare quell’ampio spazio politico “rimasto vuoto, invece l’ha lasciato libero”. Il riferimento è ovviamente all’area di collocazione di Forza Italia dopo la morte di Silvio Berlusconi. Con l’errore strategico commesso dal segretario leghista, una “mossa sbagliata” dice Bossi, adesso gli azzurri possono ipotizzare il sorpasso del Carroccio alle Europee. Da qui la “sofferenza” per le condizioni del (suo) partito e la scelta di dare un contributo dall’alto della sua esperienza. “Il fatto è che Salvini non gli risponde neanche al telefono”, è stato rimarcato alla riunione di Gemonio.

In mezzo a questo, il territorio del Nord diventa preda di Fratelli d’Italia, mentre a Roma la “Meloni si dà da fare, studia, cerca di evitare le figuracce…”. Il resto della ricostruzione firmata da Verderami è impietoso per l’attuale segretario del Carroccio. Che sarebbe ridotto a una “copia meno fortunata di Fratelli d’Italia”, secondo l’analisi attribuita a Bossi, che della linea politica scelta da Salvini non apprezza nulla: “Ha fatto diventare la Lega un partito di estrema destra, proprio mentre al governo c’è Giorgia Meloni che ha il simbolo della Fiamma. Ma tra la copia e l’originale, chi vuoi che voti la gente?”.

I rapporti tra il Senatur e il suo erede sono – a dir poco – incrinati da tempo. Nell’ottobre del 2022, come ricostruiva Il Foglio, Salvini “con una lettera al segretario della Lega lombarda diffidò dal far continuare l’attività il Comitato nord di Bossi”, la corrente lanciata poche settimane prima dal fondatore della Lega. “È qualcosa di enorme, è l’inizio della rappresaglia da parte del segretario”, osservava il giornale diretto da Luciano Cerasa. Il contenuto del messaggio di via Bellerio era teso a far cessare “la promozione dell’associazione Comitato nord nei confronti degli iscritti della Lega per Salvini premier, e l’utilizzazione dei simboli e della denominazione del partito”.

Attenzione: quella lettera ufficiale rimarcava l’estraneità totale “della Lega per Salvini premier dall’iniziativa promossa da un soggetto giuridico distinto dal partito e in nessun modo collegato” (ovvero, Umberto Bossi). Eppure, come può essere ricordato, a Saronno poche settimane prima Salvini aveva detto ai suoi militanti “Ogni iniziativa di Bossi ha la mia firma”. Ma poi era arrivata quella lettera che di fatto bollava lo stesso Bossi, il fondatore della Lega e del comitato in questione, come un dissidente (se non peggio).

Sulla strategia del segretario leghista di incalzare (nel tentativo di sottrarre voti) Giorgia Meloni non dal centro ma dalla destra più esterna, Bossi diffidava già nel 2020. A febbraio di quell’anno, molto prima delle elezioni politiche del 2022, intervistato da Repubblica disse: “Così si apre la strada alla Meloni? Certo, ci vuole buon senso. La gente si chiede: la Lega fa ancora gli interessi del Nord? Basta fare due conti. Più della metà degli elettori italiani vive sopra il Po, se perdiamo questi, è finita. La priorità è batterci per l’autonomia, e per raggiungerla l’esperienza insegna che serve mantenere anche buoni rapporti con la sinistra, più sensibile della destra a questo tema”.

Bossi allora non arrivò a dire che la Lega avrebbe dovuto cambiare le alleanze nel centro destra. “No, io dico solo che per raggiungere l’autonomia bisogna avere rapporti anche con la sinistra”. Il collegamento con la ricostruzione apparsa oggi sul Corriere della Sera è immediato. Del resto, come non ricordare il raduno sovranista con alcuni leader dell’estrema destra europea (lo scorso novembre a Firenze), voluto da Salvini. Facile profeta, Bossi, registrato quello che sta accadendo su questo disegno di legge in Parlamento, oltre alla battaglia dichiarata da Vincenzo De Luca, governatore della Campania, con la manifestazione dei sindaci del Sud di ieri a Roma. “Questo è il Governo Meloni-Badoglio, sono scappati tutti”, ha aggiunto oggi dopo le polemiche con insulto alla premier di ieri.

Ma tornando ai rapporti interni alla Lega di oggi, come non ricordare (lo scorso novembre 2023) l’ingresso sulla scena politica del Partito Popolare del Nord – Autonomia e libertà? Alla guida c’è Roberto Castelli, altro leghista storico, ex ministro della Giustizia, che poco prima aveva lasciato il Carroccio. In un’intervista di presentazione del nuovo gruppo, rispose così a una domanda: “A Salvini dico che ha tradito il Nord per sue ambizioni politiche”.