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Crollo Esselunga, la terribile testimonianza: “Mi sono salvato per puro caso”

Pubblicato: 18/02/2024 12:04

La testimonianza shock di un operaio sul crollo al cantiere Esselunga di Firenze. «Dovevo esserci anche io insieme a loro, laggiù dove ci sono tutte quelle travi a terra. Sono arrivato tardi soltanto per caso, dovevo fare un pagamento per la mia famiglia». Poco prima delle 10 di venerdì 16 febbraio, il boat e i mezzi di soccorso subito sul posto in via Mariti a Firenze. Una piccola folla si radunava già nei pressi del disastro. In quel momento arrivava al lavoro l’operaio, che racconta l’accaduto a Repubblica, chiedendo di restare anonimo.
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“In ritardo per un bonifico”

Solo qualche minuto di ritardo per effettuare un bonifico in favore della famiglia. In questo modo l’operaio che si è salvato dalla morte a Firenze è riuscito a scampare alla tragedia. «Sono passato tra le persone che una accanto all’altra a guardare cosa fosse successo, nessuno sembrava capire o sapere. Dovevo entrare per il mio turno, ma non capivo. Vedevo i mezzi, chiedevo a tutti cosa fosse accaduto. Mi dicevano di un crollo».

Per le strade iniziava a riunirsi una folla di residenti e giornalisti. Mentre la polizia iniziava a delimitare l’area. Il boato del crollo era risuonato in tutto il quartiere da circa un’ora. «Sono passato tra le persone che una accanto all’altra a guardare cosa fosse successo, nessuno sembrava capire o sapere» racconta un operaio del cantiere. Indossa una giacca a vento scura, la sua voce è flebile. Chiede di restare anonimo. «Dovevo entrare per il mio turno, ma non capivo. Vedevo i mezzi, chiedevo a tutti cosa fosse accaduto. Mi dicevano di un crollo».

“Ero tutti i giorni sul cantiere Esselunga”

«Lavoravo a quel cantiere tutti giorni. Ora credo lo chiuderanno. Ma venerdì avevo avvisato che sarei arrivato più tardi. L’altra mattina avevo un impegno: dovevo andare a fare un pagamento per la mia famiglia, un bonifico. E poi passare a prendere qualche documento prima di entrare in cantiere. Sono arrivato e non riuscivo a capire quello che era successo, come fosse possibile. Ho iniziato a chiedere in giro».

Poi l’arrivo sul luogo del disastro. «Laggiù, dove è crollato tutto eravamo al lavoro, ma ci spostavamo anche in altre aree. Ci sarei andato anche io, ma avevo questo impegno e solo per questo sono arrivato un po’ dopo. Ho provato a chiamare i colleghi. Cercavo di sapere chi c’era là sotto».

Nulla lasciava pensare a una tragedia

Niente lasciava presagire la tragedia, secondo la fonte anonima. «Sembrava tutto normale, dovrò parlare con gli altri. Ho bisogno di capire. Non riesco a crederci. Sono arrivato quando passavano le ambulanze e in quel momento è entrato anche un mezzo dei vigili del fuoco. Ho domandato alla gente che c’era fuori se sapevano qualcosa. Ho provato a fare una chiamata ai colleghi che erano dentro. Mi sono guardato intorno, cercavo qualcuno degli altri operai e là in fondo vedevo quelle macerie. Tante».

«Poi ho visto la polizia, ho detto a un agente che lavoravo lì. Mi ha fatto entrare nel cantiere e ho raggiunto gli altri. Mi guardavo indietro, dove lavoravamo. I miei compagni erano lì tutti insieme, aspettavano di parlare con la polizia. Siamo usciti soltanto la sera. Siamo rimasti tutto il tempo là dentro, mentre spostavano i detriti e tiravano fuori i corpi. Una giornata a piangere e a farci domande».

Ultimo Aggiornamento: 18/02/2024 12:29