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“L’ho uccisa, poi ho sbloccato il suo telefono con la sua mano”. Il terribile racconto dell’assassino di Alexandra

Pubblicato: 23/02/2024 19:54

Prima l’ha uccisa, poi ha usato la sua mano senza vita per sbloccare il cellulare e avvertire la datrice di lavoro che sarebbe mancata qualche giorno. È durato 5 ore il macabro racconto in aula di Avni Mecja, il carpentiere di 28 anni accusato di omicidio pluriaggravato per la morte della compagna, Alexandra Elena Mocanu. La ragazza, barista di 35 anni, è stata uccisa a martellate a Bolzano la sera del 22 ottobre 2022. L’uomo ha spiegato: “Non ho visto più nulla, c’era come una nebbia. L’ho colpita due volte, poi mi sono seduto accanto a lei. L’ho coperta, perché mi dispiaceva, e poi le ho messo due sacchi sulla testa perché la sentivo rantolare. Le ho messo anche un fil di ferro attorno al collo, ma non potevo stringere. Non volevo che soffrisse”.
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E ancora: “Poi ho preso il suo cellulare, la mano era rimasta scoperta e con il suo dito l’ho sbloccato e ho mandato un messaggio alla titolare del bar dove lavorava, per dirle che sarebbe stata via qualche giorno. Ho preso i vestiti, le scarpe e me ne sono andato”.

In passato l’uomo era stato denunciato per maltrattamenti, denuncia poi ritirata dalla ragazza, era finito agli arresti domiciliari e dal 2020 era stato colpito da un obbligo di dimora, poi diventato divieto di avvicinamento ad Alexandra Mocanu. La ragazza, però, alla fine aveva deciso di trasferirsi con lui: “Ha voluto accompagnarmi a Bolzano in macchina, e non se n’è più andata”. Lui aveva però poi scoperto che la giovane aveva un’altra relazione, l’aveva pedinata più volte e poi affrontata, in un litigio degenerato nel brutale omicidio.

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Ultimo Aggiornamento: 27/02/2024 10:27