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Laura, morta all’ottavo mese di gravidanza. Il compagno: “Il nostro bambino è il suo ultimo dono”

Pubblicato: 24/02/2024 09:09

La storia dell’infermiera sarda morta all’ottavo mese di gravidanza pochi giorni fa a causa di un’emorragia cerebrale ha commosso la Sardegna e non solo. La 37 enne, originaria di Bolotana, lavorava da tempo a Pistoia.
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Il piccolo Andrea, nato con un cesareo, è affidato ora alle cure sicure dei sanitari dell’ospedale Meyer di Firenze. Ed è a lui che il compagno di Laura, Antonio Fasano, dedica il suo pensiero- parlando anche della generosità della 37enne in una commovente intervista a “La Nazione”: “Non c’è stato giorno, in tutti questi otto mesi, in cui non abbiamo dedicato una carezza o un pensiero a quel pancino che cresceva – ha raccontato Antonio– Laura ha avuto una gravidanza normale, non aveva nessun problema. Era da sempre donatrice di sangue, così come è stata per anni volontaria della Misericordia, mentre studiava per diventare infermiera. Era una persona generosa, più di ogni cosa amava dare agli altri, era la sua missione. Andrea è stato il suo ultimo dono, e non il solo, perché i suoi organi sono stati espiantati”.

Un’intervista carica di emozioni per Antonio che ora dovrà crescere da solo il piccolo Andrea.
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“Laura aveva vinto il concorso alla Asl”

In pochi istanti, Antonio ha perso la persona che amava ma è diventato papà. Lui, originario di Minturno , aveva conosciuto la sua compagna nel carcere della Dogaia a Prato, dove lui lavora come guardia penitenziaria e lei come infermiera. Il loro amore si è fatto giorno dopo giorno più forte e ha dato i suoi frutti.

Una vita normale, un amore da coltivare è una nuova vita da accogliere con gioia. Tanti sogni da realizzare che ora sono tutti nella mani di Antonio e del loro bambino: “Ci siamo conosciuti e innamorati, e ora aspettavamo Andrea. Laura aveva vinto il concorso dell’Asl e a breve sarebbe stata assunta come infermiera: tutto, nella nostra vita, si stava realizzando, stavamo per diventare una famiglia insieme. Avremmo cresciuto questo figlio, con tutto l’amore del mondo. Di Laura ho mille ricordi meravigliosi, era una ragazza testarda, non smetteva mai di imparare, di conoscere, voleva andare avanti nel suo lavoro e voleva realizzare il suo sogno di diventare mamma. Mi ripeteva sempre che non bisogna mai smettere di credere nei sogni, che bisogna andare avanti per realizzarli. Ed è quello che ora io farò”.

Infine Antonio ricorda quei drammatici momenti di domenica pomeriggio, nella loro casa in via Gora e Barbatole, a due passi da Porta al Borgo. È stato lui a chiamare i soccorsi del 118 ed è stato lui il primo, a praticare su Laura il massaggio cardiaco. Il piccolo Andrea è nato con un cesareo d’emergenza nell’ospedale San Jacopo e poi trasferito al Meyer di Firenze. In quei momenti – racconta – non pensi ad altro, la forza ti viene da dentro, pensi solo a quello che devi fare: salvare una vita“.
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Ultimo Aggiornamento: 29/02/2024 10:59