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Dossieraggio, Cantone: “Numeri mostruosi e inquietanti”

Pubblicato: 07/03/2024 12:21

Il magistrato Raffaele Cantone, durante un’audizione presso la Commissione parlamentare Antimafia, ha fornito importanti chiarimenti sull’inchiesta di Perugia relativa al dossieraggio. Cantone ha sottolineato l’importanza di restituire verità e tutela a un’istituzione fondamentale come la Procura Antimafia, evidenziando il rispetto del diritto alla presunzione di innocenza per imputati e indagati. Nel corso dell’audizione, il capo della procura di Perugia ha rivelato che il mercato delle Segnalazioni Operative Sospette (SOS) non si è arrestato, citando l’esempio di una segnalazione che implicava un imprenditore e il ministro della Difesa.

Cantone: “Il mercato delle Sos non si è affatto fermato”

L’inchiesta ha preso avvio dalla denuncia del ministro della Difesa Guido Crosetto, che segnalava una fuga di notizie riguardante il suo patrimonio. La procura di Roma ha avviato le indagini, scoprendo che il luogotenente Pasquale Striano aveva avuto accesso ad atti sensibili. Striano, successivamente interrogato, ha descritto tale accesso come una pratica ordinaria. Tuttavia, Cantone ha sottolineato che l’enorme quantità di dati accessibili da Striano suggerisce l’esistenza di un mandante e solleva interrogativi su dove siano finiti questi dati: “Il mercato delle Sos non si è affatto fermato. Durante la prima fuga di notizie, ad un certo punto su un giornale è uscito il riferimento di una Sos che non ha visto Striano ma un suo collega, e che parla di un rapporto tra un imprenditore e il ministro della Difesa. I numeri che spiegherò sono ben più ampi di quelli circolati finora, sono numeri mostruosi e inquietanti”.

Il magistrato ha specificato che Striano aveva interrogato oltre 10.000 SOS, interessandosi a 1.531 persone fisiche e 74 persone giuridiche, oltre ad accedere a diverse banche dati, tra cui quella della Direzione Nazionale Antimafia. Tra gli accessi effettuati, vi sono anche ricerche su persone di notevole interesse pubblico, definendo tali attività come una “ricerca spasmodica” di informazioni che raramente hanno portato a conseguenze investigative concrete.

Durante l’audizione, Cantone ha anche affrontato il tema del rapporto tra i media e l’inchiesta, chiarificando che sono stati indagati solo i giornalisti che hanno richiesto informazioni specifiche su individui senza che ci fosse una notizia di indagine già diffusa. Questo approccio ha mirato a distinguere tra le mere fughe di notizie e le richieste di informazioni specifiche che hanno portato all’interrogazione delle SOS.

In conclusione, l’intervento di Raffaele Cantone ha offerto una panoramica dettagliata sull’inchiesta di Perugia, sottolineando l’importanza di condurre le indagini nel rispetto dei principi di legalità e trasparenza, con l’obiettivo di tutelare le istituzioni e garantire il diritto alla presunzione di innocenza.

Ultimo Aggiornamento: 07/03/2024 13:31