Matteo Renzi, dalla Leopolda, interviene sulla mancata presenza del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, alla manifestazione. Alle 10:00 il guardasigilli confermava la sua presenza, poi vi rinunciava. Si attendeva il suo intervento sulla questione dossieropoli. E invece, forse, conviene un po’ a tutti che la cosa si sgonfi. Si registra un silenzio assordante sulla questione, tra i magistrati, i giornalisti, e il governo, Salvini escluso. Eppure proprio Nordio e Crosetto avevano sollevato il caso.
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Il modello del potere ombra
Il nuovo procuratore nazionale antimafia e Cantone, il procuratore che ha in mano l’indagine, hanno già chiesto al Csm di essere ricevuti, senza ricevere risposta. Evidentemente, altri pezzi dello Stato hanno paura che migliaia di accessi portino al riconoscimento di un metodo di lotta di potere che c’è dietro le quinte, con commistioni con magistratura e media, che opera da decenni in questo Paese.
Questo modello, che Renzi definisce “metodo del potere ombra” è lo stesso che ha affossato il fiorentino, portando lui e i suoi dal 40 al 3% dei consensi. E la mente ritorna al caso Consip, in cui Renzi e la sua famiglia vennero atterrati, fu il caso dei tabulati, ritrovati miracolosamente dal capitano Scarfatto in un bidone della spazzatura, a togliere a Renzi la Presidenza del Consiglio, non il referendum.
Il verminaio
Ma soprattutto si spaventarono dell’idea di Renzi di mettere sotto controllo l’intelligence, le banche dati, le informazioni riservate, sotto una cabina di regia, una super intelligence informatica, da affidare a Carrai.
Da lì Renzi si è giocato il posto, gli uomini che gestiscono il potere in Italia dietro le quinte dopo la fine della prima Repubblica lo hanno abbattuto, con i loro metodi, che sono quello dell’attacco alle persone, metodi da questurini alla Fouchet, da direttorio del Terrore, e non quello della politica.
La mette piatta Renzi, che ha nemici potenti, e lancia la sfida alla Meloni, sei dalla parte della politica o dei nuovi Poteri Forti?