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Aiutarono Matteo Messina Denaro: arrestati tre insospettabili

Pubblicato: 27/03/2024 09:54

I carabinieri del Ros hanno arrestato tre persone insospettabili dando un nuovo colpo alla rete che ha protetto Matteo Messina Denaro durante la latitanza.
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Chi sono gli arrestati

In manette per associazione mafiosa sono finiti l’architetto Massimo Gentile e il tecnico radiologo dell’ospedale di Mazara del Vallo Cosimo Leone, mentre per Leonardo Gulotta l’accusa è di concorso esterno in associazione mafiosa. Dalla cattura del boss, avvenuta il 16 gennaio del 2023, sono state arrestate 14 persone accusate di aver aiutato il capomafia ricercato, quattro di queste sono già state condannate.
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I mille pizzini e i tre telefoni sequestrati il giorno della cattura di Matteo Messina Denaro continuano infatti ad essere un tesoro per decifrare i segreti dell’ultimo padrino delle stragi. Da un appunto su un’auto, magistrati e investigatori sono risaliti a un insospettabile architetto originario di Erice (Trapani), Massimo Gentile, 51 anni, dal 2019 è dipendente del Comune di Limbiate (Monza), dove svolge il delicato incarico di responsabile dei procedimenti del servizio Lavori pubblici. Adesso, è in carcere per aver fornito la sua carta d’identità al latitante. Prima di essere “Andrea Bonafede”, Messina Denaro era “Massimo Gentile”. Il reato di associazione mafiosa ha portato in carcere anche il cognato dell’architetto, Cosimo Leone, 56 anni, residente a Campobello, tecnico di radiologia all’ospedale Ajello di Mazara del Vallo, lui avrebbe realizzato la prima Tac a Messina Denaro nel 2020, quando il boss scoprì di avere il tumore. L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Alfredo Montalto, su richiesta del procuratore Maurizio de Lucia, dell’aggiunto Paolo Guido, dei sostituti Gianluca De Leo e Pierangelo Padova porta in carcere anche Leonardo Salvatore Gulotta, operaio del settore agricolo di 31 anni, pure lui residente a Campobello: è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, avrebbe fornito la sua utenza telefonica al boss. (Continua a leggere dopo la foto)

L’architetto “prestò” l’identità al boss

E’ soprattutto la figura di Massimo Gentile, scrive Repubblica, ad aprire tanti scenari in questa indagine: la procura di Palermo gli contesta di avere fornito la sua carta d’identità al superlatitante dal 2007 al 2017. Così, Messina Denaro sarebbe riuscito a muoversi indisturbato a Campobello di Mazara, dove ha continuato a vivere fino al giorno della cattura. Comprando addirittura una Fiat 500 (nel 2014) intestata a Gentile. Il complice del boss, invece, ha finito per gestire diversi appalti del Comune di Limbiate realizzati con i fondi del Pnrr, come lui stesso si vanta sul suo profilo Facebook. Un’indagine certosina ha recuperato i documenti di acquisto e le assicurazioni dell’auto e di una moto Bmw, anche questa intestata a Gentile dal 2007. Alla concessionaria di Palermo dove fu ritirata la vettura, nel novembre del 2014, è spuntata la fotocopia della carta d’identità di Gentile con la foto di Messina Denaro. Quella volta, il boss versò 1000 euro in contanti e 9.000 con un assegno circolare emesso da una filiale di Palermo, in corso Calatafimi, dove il latitante era andato senza problemi: nella richiesta di assegno c’è una firma a nome Massimo Gentile, ma la scrittura è quella di Messina Denaro. Dunque, nei giorni in cui scattavano i blitz in provincia di Trapani per cercarlo, lui girava tranquillamente per Palermo.

Un patto di fedeltà che arriva da lontano


Ma da dove nasce il rapporto fra Messina Denaro e Massimo Gentile? A ricostruire la storia è sempre Repubblica. Gentile risulta iscritto all’ordine degli architetti dal 2001, nel gennaio del 2016 venne sospeso per motivi disciplinari. L’anno successivo lavorava a Campobello di Mazara, presso la ditta individuale di Laura Chiana, che è la moglie di Andrea Bonafede classe 1969, è l’uomo arrestato nei mesi scorsi con l’accusa di aver consegnato a Messina Denaro le ricette del medico compiante Alfonso Tumbarello. La ditta di Laura Chiana si occupa di colture di olive ma anche di pompe funebri. Poi, per Gentile, arriva il trasferimento al Nord. Nel marzo 2019, l’assunzione al Comune di Limbiate, dove vive da allora con la famiglia. Scavando sulle sue parentele, i carabinieri del Ros hanno scoperto una parentela fra Massimo Gentile e il marito di Laura Bonafede, la maestra amante del superlatitante: i padri di Massimo Gentile e di Salvatore Gentile (detenuto all’ergastolo, era uno dei killer della famiglia Messina Denaro) sono cugini di primo grado, in quanto figli di fratelli. Dunque, sono ancora una volta i legami familiari all’interno della famiglia Bonafede ad aver costituito un marchio di fedeltà per Messina Denaro.

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2024 10:43