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L’antimafia voyeuristica: cosa insegna il caso Matteo Messina Denaro

Pubblicato: 28/03/2024 17:04

Da oltre un anno, anche dopo la sua morte, troviamo scoop sui giornali di nuove amanti di Matteo Messina Denaro. Sembra che sia un filone che appassioni i lettori antimafiosi, quello della camera da letto del Boss di Castelvetrano. La gente non si chiede chi fossero i prestanome economici, su chi aveva, oltre a quelli già noti, di cui sono state sequestrate le aziende tanti anni fa ormai, investito l’ultimo dei grandi latitanti italiani.

Lui in particolare, nome omen, aveva il pallino del denaro e degli investimenti redditizi, dai supermercati all’eolico, passando per i villaggi turistici. Invece gli organismi preposti alle indagini stanno facendo passare un pastone, come si dice in gergo giornalistico, di notizie legate a fatti minori, carte d’identità, acquisti di beni personali e soprattutto amanti.

Di fatto se si sommano tutte le donne che gli attribuiscono l’ex primula rossa invece di essere un boss di Cosa Nostra era molto più impegnato di Casanova in menage articolati e plurali, con tanto di mariti consenzienti, figli e figliocci, tresche al limite dello scambismo. Ora ma tutto questo che serve saperlo? E non tanto per un rispetto ad un defunto, ma per la serietà delle indagini e della storia criminosa, di tante stragi, sofferenze e morti che gli si attribuiscono.

Sembra tutta una operetta leggera, un Playmen in salsa sicula, e non un dramma autentico che ha afflitto per anni la Sicilia ed il suo territorio, il Belice, in particolare, con sopraffazioni e perdita di libero mercato. I dati economici sono quelli più importanti, perché dove c’è criminalità organizzata si distorce la possibilità di intraprendere e sviluppare economicamente, in maniera sana, un territorio. Dopo un anno sequestri nulla, follow the Money diceva Falcone, non follow le mutandine.
Così è se vi pare.