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Aggredito per aver difeso una donna: “Calci, pugni e un bidone in testa”. I due aggressori 15 e 17 anni…

Pubblicato: 07/04/2024 11:39

Ha osato rimproverare due ragazzini che stavano disturbando i passanti, impennando con le loro biciclette nell’area di Galleria Rialto. Per questo rimbotto e per aver difeso una donna che era stata molestata e insultata dai giovani (lei stessa li aveva ripresi a parole e loro l’avevano ripresa in un video con i loro cellulari) è stato scaraventato a terra e preso a calci e pugni ed è stato anche colpito da un bidone che si trovava poco distante.

Lo sconcertante episodio di violenza è avvenuto nel primo pomeriggio del 5 aprile in vicolo Rialto, nel cuore del centro storico di Treviso. L’uomo si chiama Luca Gobbo, ha 50 anni, è di origine trevigiana ma abita in Svizzera. In dialetto spiega: “Sono intervenuto quando una signora aveva fatto notare ai ragazzi che non si percorre la galleria in bici. Era stata attaccata verbalmente dai giovanissimi. Mi hanno aggredito e mentre un ragazzo mi prendeva a pugni, hanno lanciato contro di me un bidone in testa”.

I due aggressori, un 17enne ed un 15enne, sono stati bloccati e identificati dagli agenti delle volanti della Questura che hanno riportato a loro volte lesioni, fortunatamente non gravi. Il più grande dei due ragazzi, è stato arrestato per l’aggressione e per resistenza a pubblico ufficiale e ora è stato affidato, su disposizione della Procura per i minori di Venezia, ad una comunità minorile di prima accoglienza. L’altro minore è stato denunciato per lesioni e poi riaffidato ai genitori.
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Il racconto dei giovani di Treviso: “Ci dispiace ma niente di che”

Il trapper Linhao, intervistato dal Corriere, ha raccontato: “C’è da aspettarselo. Non so perché, però soprattutto sotto a quei portici succede il peggio. Noi cerchiamo di stare un po’ lontani da questa zona, non siamo dentro a questi giri”. “La signora – prosegue – poteva andare via senza dire niente, tanto non le sarebbe cambiata la vita. Non dico che quei due abbiano fatto bene, hanno sbagliato sicuramente, ma tutti sanno di che gente si tratta”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche Mark, che aggiunge: “Sono cose che non succedono solo adesso, sono accadute anche in passato, ma se ne parlava di meno. Danno fastidio, ma non mi metterei in mezzo, finché non viene coinvolto direttamente qualche mio amico. “Vorrebbero imitare alcune persone, cantanti famosi che fanno queste cose, del resto ci sono stati atti violenti anche molto più noti di questi – aggiunge Linhao – Quindi credo che la gente voglia imitarli nel vestire, nei modi di fare, in tutto quello che fanno. Alcuni adesso sono nei guai giudiziari per queste cose”.

“Ci è capitato più volte di assistere a scene di questo tipo. È la strategia che alcuni attuano per farsi vedere, in linea con il panorama e le mode di adesso – si accoda Endri – Ma al posto di fare queste cose, ne puoi fare mille altre. Personalmente non riesco a capire a fondo le ragioni che portano alcuni miei coetanei a compiere questi atti. Di una cosa sono convinto, non lo fanno per noia. Per colpa di qualcuno, molti vengono visti male dai più grandi. Ma bisogna distinguere perché non tutti fanno il casino”.

Infine l’opinione delle ragazze: “Provo preoccupazione per le persone coinvolte da questi fatti e mi dispiace che accadano, ma niente di che. Devo dire che ci sentiamo tranquille – racconta Gioia – perché siamo con delle persone che ci difenderebbero se dovesse succedere qualcosa”. Racconti agghiaccianti che ben esplicano la visione di un contesto giovanile sempre più volto alla violenza e alla sopraffazione.
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Ultimo Aggiornamento: 07/04/2024 11:40