
La ragazza trovata morta in una chiesetta in Val d’Aosta nelle scorse ore sarebbe stata identificata. Gli investigatori pensano infatti aver riconosciuto la vittima, della quale non sono ancora state diffuse le generalità in attesa del riconoscimento ufficiale del corpo. Si tratterebbe di una giovane francese di 22 anni: i parenti, contattai dai carabinieri di Aosta, sono in viaggio per procedere all’identificazione. Gli investigatori avrebbero già ascoltato anche alcuni amici e parenti della presunta vittima, che avrebbero confermato di non avere notizie della giovane da giorni.
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Si lavora per far chiarezza anche sulla dinamica del decesso. Le ferite che hanno causato la morte per emorragia della vittima sono state provocate da coltellate inferte da un’altra persona, e il delitto potrebbe risalire al periodo tra la fine di marzo e i primi giorni di aprile: difficile indicare con esattezza la data, le temperature relativamente basse di quei giorni hanno ben conservato il cadavere. A stabilirlo è stata l’autopsia condotta dal medico legale Roberto Testi, che ha consegnato una relazione preliminare parziale alla procura di Aosta.

La Stampa ha pubblicato in queste ore la testimonianza dell’uomo che aveva incontrato la ragazza insieme a un’altra persona: “Camminavano, erano a piedi. Lei: molto bella, ma sofferente, emaciata. Lui con i ricci neri e la carnagione olivastra. Erano vestiti come due dark, tutti di scuro. Come quei ragazzi che venerano la morte. Ho pensato: due vampiri. E ho pensato anche un’altra cosa, per cui adesso provo molta vergogna: lei era così pallida che sembrava un cadavere. Non riesco più a dormire sapendo quello che è successo. Mi sembravano due di quei ragazzi che si tagliano e si procurano delle ferite. Emo. Dark. Non so come definirli. Ragazzi sofferenti. Mi hanno raccontato di essere arrivati dal confine svizzero. Cercavano un supermercato grande per fare la spesa. E poi volevano andare a campeggiare sulle montagne. Per questo so che non esiste il furgone di cui ho sentito parlare al telegiornale. Perché mi hanno chiesto indicazioni per la fermata del pullman, io li ho accompagnati e li ho visti salire a bordo”.
Il testimone ha aggiunto: “Ha sempre parlato lui. Si esprimeva in un buon italiano, anche se non sembrava italiano. Era molto più giovane di lei, non dico minorenne ma quasi. Non sembrava un tipo violento, tutt’altro. Non sembrava nemmeno uno con problemi di droghe. Con me è stato gentile. Io non credo che l’abbia uccisa”.
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