Qualcuno dotato di retropensieri potrebbe ipotizzare che Tajani abbia voluto affossare il progetto simbologico del ministro Salvini, il Ponte sullo Stretto. A pensare male, diceva Andreotti, si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Certo che 237 rilievi della commissione tecnica del ministero dell’Ambiente, in mano a Forza Italia e non al fantastico Toninelli, al progetto del Ponte dei Ponti, l’ottava meraviglia del mondo di Ciucci, il presidente della società che dovrebbero realizzare il collegamento tra Scilla e Cariddi, sono un muro di gomma difficilmente valicabile. Di qui la telefonata del soldato Ryan Ciucci al capitano Salvini. “Capitano – stop- ci hanno affondato”.
Variabilità dei costi e carenza di studi scientifici: tutte le falle del Ponte
Le osservazioni, già anticipate da altri comitati scientifici, vanno dalla carenza o assenza di studi scientifici e tecnici fondamentali, alla estrema variabilità, se non inconoscibilità, dei costi presunti, alla indecifrabilità di parti del progetto. Alcune pagine visionate, fra quelle indecifrabili, assomigliano in maniera impressionante alla scrittura cuneiforme assiro babilonese, e forse sono una testimonianza di quanto sia remoto il dibattito sul Ponte. Forse già ai tempi dei Faraoni si dibatteva se farlo o meno, e poi, non riuscendo a sciogliere il rebus, si è costruita la famosa Sfinge. Pare che già allora l’ingegnere capo della 14° dinastia fosse Ciucci.
Sta di fatto che in questo quadro tecnico di rilievi sarebbe complesso avviare gli espropri già annunciati. Se a causa degli stessi il Ponte fosse bloccato chi glielo dice agli espropriati e soprattutto alla Corte dei Conti. Il funzionario che firmerà gli espropri non crediamo possa dormire tra due guanciali.
Sembra che qualcuno voglia togliere a Salvini l’argomento totem della sua campagna elettorale alle europee, ma a pensar male si fa peccato. Cui prodest?
