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La peste suina minaccia il prosciutto di Parma: “Serve l’esercito contro i cinghiali o falliamo”

Pubblicato: 24/04/2024 08:29

Il direttore del Consorzio Prosciutto di Parma, Stefano Fanti, ha espresso con parole nette la gravità della situazione attuale riguardante la peste suina: “Siamo chiari: quello che sta succedendo va trattato come un’emergenza, altrimenti non ne usciamo”. Frasi che riflettono la crescente preoccupazione nel settore suinicolo italiano, dove la minaccia della malattia si fa sempre più presente e la paura si fa sentire.

Il problema, come sottolinea Fanti, non riguarda solo la salute umana, non essendo l’uomo soggetto al contagio, ma piuttosto l’impatto devastante che la diffusione della peste suina avrebbe sulle aziende e sulle famiglie coinvolte nel settore. La Food Valley, con Parma e il suo distretto del prosciutto in prima linea, è sotto assedio: sempre più frequenti sono i ritrovamenti di carcasse di cinghiali infetti, con la malattia che si avvicina pericolosamente alle aree produttive.

L’allarme è diventato tanto più urgente dopo che l’Unione Europea ha ampliato le “zone soggette a restrizione”, impedendo ad alcuni stabilimenti specializzati di esportare in Canada, una decisione che colpisce duramente il comparto. Non solo le esportazioni sono in pericolo, ma anche il mercato interno è sotto pressione. Il blocco delle importazioni in Cina, Giappone e Messico ha già inflitto un duro colpo al settore, con gravi ripercussioni economiche.

L’export verso gli Stati Uniti e l’Australia, mercati principali per il settore, rimane ancora aperto, ma la minaccia è sempre in agguato. Se il virus dovesse diffondersi agli allevamenti suinicoli, come accaduto in passato a Pavia, si verificherebbe una crisi di approvvigionamento di materia prima, mettendo a rischio la continuità produttiva e innalzando i prezzi per i consumatori.

Per ora, il contagio sembra limitato alla fauna selvatica, ma le autorità sanitarie invitano comunque alla massima cautela. Le aree produttive di salumi come Felino e Sala Baganza sono sotto stretta osservazione, mentre il commissario straordinario sulla peste suina, Vincenzo Caputo, ha promesso interventi immediati per contenere la diffusione del virus.

Gli operatori del settore chiedono azioni preventive più incisive, compreso l’intervento dell’esercito contro i cinghiali e investimenti in biosicurezza. Il futuro della filiera suinicola italiana è in bilico, con una crisi economica che potrebbe avere ripercussioni drammatiche sull’occupazione e sull’economia nazionale.

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