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Duello tra Meloni e Salvini sulla questione condono. Ma la premier annuncia: “Decido io”

Pubblicato: 01/05/2024 10:57

Sembrava mancare poco più di un mese all’approvazione della mini sanatoria edilizia, con cui il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini intendeva non realizzare un quarto condono edilizio, ma permettere di sanare piccole difformità edilizie che ingolfano pubbliche amministrazioni e tribunali, oltre a bloccare eventuali compravendite immobiliari. Ma sembra che non abbia ricevuto il via libera dalla Meloni.

Gli emissari di Palazzo Chigi hanno fatto sapere al vicepremier che un testo del genere va prima condiviso con il presidente del Consiglio: se risponderà ai paletti fissati allora potrà essere discusso anche a maggio. Altrimenti, verrà bocciato e rimandato. Insomma, ennesima batosta per Salvini che è stato escluso anche dalla gestione dei migranti.

Il ministro aveva ribadito come il piano non intendeva avallare un nuovo condono per chi ha costruito la villa in riva al mare, lungo il fiume, in aree protette architettonicamente o idrogeologicamente pericolose, ma solo realizzare una sanatoria su piccole difformità: “Il nostro obiettivo è salvare quelle case da una normativa frammentata, andando a regolamentare tutto quello che c’è all’interno delle mura domestiche: la cameretta per il secondo figlio, l’antibagno, l’anticamera, il soppalco, la veranda, la finestra spostata di 20 centimetri rispetto alla piantina originaria di quant’anni prima”.

Ma la Meloni ha dichiarato: “Non può essere un condono”. Altolà a cui si accoda anche Tajani: “Possiamo fare qualche minima cosa, ma non sanare gli ecomostri o chi ha fatto abusi. Altrimenti chi paga le tasse giustamente si arrabbia”. L’idea di Forza Italia, che piace a Palazzo Chigi, è contenuta in una proposta alternativa del senatore azzurro Roberto Rosso. È un testo sulla rigenerazione urbana che descrive interventi light lontanissimi da un condono, giudicato invece insostenibile. E questo anche per non creare nuove tensioni con il Quirinale, che sul punto è pronto a far sentire la propria voce. Mentre l’Europa va infatti nella direzione dell’adeguamento delle abitazioni a criteri di sostenibilità ambientale e rispetto dei parametri di sicurezza, l’Italia si distinguerebbe per l’ennesimo condono: insostenibile, appunto.

Intanto Meloni e il leghista sono sempre più distanti. Non si fidano, duellano e competono per il consenso che va guadagnato prima delle Europee. Meloni si è posta l’obiettivo di raccogliere 2 milioni di preferenze. Irraggiungibile, a causa del calo di affluenza previsto, sembra infatti quota 2,7 milioni raggiunta dal Cavaliere nel 2009. Anche per questo ha scelto la formula che neanche Silvio Berlusconi aveva osato proporre, in modo da massimizzare la raccolta di voti: una forzatura logica, perché la volontà dell’elettore espressa con l’eventuale nome di battesimo è già tutelata da un recente vademecum del Viminale. Ieri, comunque, il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha confermato in Consiglio dei ministri che questa formula è tecnicamente praticabile. Salvini, dal canto suo, parte al contrattacco sfruttando la candidatura del generale Roberto Vannacci. E lo difende rischiando di andare in collisione addirittura col suo partito.
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Ultimo Aggiornamento: 01/05/2024 10:58