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Salone del libro, Roberto Vecchioni si commuove: “Raccontando la fine di mio figlio ho ammesso le mie colpe”

Pubblicato: 10/05/2024 11:32

Commuove e si commuove. Roberto Vecchioni, tra gli ospiti più attesi al Salone del libro di Torino, ha presentato il suo nuovo romanzo “Tra il silenzio e il tuono”, confessando che “raccontare la fine di mio figlio è stato un confessare le mie colpe”. Vecchioni scrive lettere a un fantomatico nonno. Il nonno scrive a personaggi reali o immaginari. I temi però si mescolano e, a volte, lo stesso fatto sembra essere accaduto a entrambi. Un epistolario che sfugge alla linearità del tempo e attraversa la storia di una vita.
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Un “falso” romanzo epistolare

Nel libro, il grande cantautore ripercorre alcuni tra i momenti più significativi della propria vita analizzando aspetti come l’amore, l’amicizia, la musica e le parole. Tutto questo in un modo inaspettato e di certo non banale, in cui il sé bambino scrive a un nonno immaginario: “Tra il silenzio e il tuono – ha dichiarato – è in realtà un falso romanzo epistolare perché il destinatario delle lettere non risponde mai, ma al tempo stesso è duale perché il nonno parla al mondo con la consapevolezza di chi ha già le risposte. È il mio corpo che scrive alla mia anima e al suo interno racconto me stesso da quando ho 6 anni ad adesso che ne ho 81 con un realismo terrificante che non è da me”.
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Il dolore per la morte del figlio

Grande commozione, infine, quando Vecchioni ha ricordato il figlio Arrigo, morto lo scorso anno a 36 anni: “Da quel giorno in poi – ha concluso – mia moglie piange tutti i giorni: anche se, dopo un anno, si dovrebbe smettere, nella lettera che le scrivo le dico di continuare e di fottersene del giudizio della gente. Non si deve permettere al dolore di nascondere l’amore e se non si sta bene bisogna farlo vedere”.

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