
La vicenda di Alex Marangon, il giovane di Marcon scomparso durante un incontro esoterico nel trevigiano, ha preso una nuova e inquietante piega. Dopo tre giorni di ricerca disperata, il corpo senza vita del 29enne è stato scoperto sulle rive del fiume Piave. Le circostanze del suo tragico destino continuano a essere avvolte dal mistero. Secondo quanto riportato dai quotidiani locali, due figure cruciali nelle indagini sono due curatori sciamanici di origini sudamericane, identificati come Johnny Benavides e un altro individuo non ancora nominato. Questi due personaggi avrebbero avuto un incontro fatale con Marangon, tentando di calmare una crisi che sembrava averlo preso durante l’evento esoterico all’esterno di un’abbazia a Vidor.
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Una scomparsa avvolta nel mistero
Tuttavia, la loro presenza è finita nel buio: i curatori avrebbero lasciato l’abbazia poco prima dell’alba della fatidica domenica 30 giugno, proprio quando i carabinieri hanno fatto irruzione sul luogo per iniziare le indagini. Si teme che possano essere stati testimoni involontari di qualcosa di terribile, forse un’aggressione violenta contro il povero Alex, il quale è stato poi ritrovato senza vita lungo il greto del Piave.
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Gli investigatori non escludono che la morte di Marangon possa essere stata il risultato di una violenta reazione da parte di più individui, forse influenzati da droghe o alcol, comuni nella zona frequentata da giovani in cerca di “sballo”. Questo scenario alimenta il sospetto che dietro l’apparente tragedia possa celarsi una verità più oscura e complessa.
Le urla disperate di Alex
C’è di più. Secondo quanto riporta oggi il quotidiano Il Gazzettino, Marangon sarebbe stato sentito parlare tra sé e sé e urlare «No, no» prima di scappare fuori dall’abbazia, seguito dai due curanderi colombiani che partecipavano alla cerimonia nelle colline dell’Unesco. I due curatori, che in teoria sarebbero anche due testimoni chiave, ora però non si trovano più: hanno lasciato l’Italia il giorno stesso. Ma secondo l’organizzatore Andrea Zuin, in contatto con loro, sono pronti a collaborare con gli inquirenti.
«I filmati delle quattro telecamere comunali sono stati consegnati ai carabinieri che li visioneranno», ha detto il sindaco di Vidor Mario Bailo. Sempre secondo il Gazzettino nel video in un frame si vede un giovane che scappa, inseguito da un uomo: non è chiaro se si tratti di Alex, ma le immagini potrebbero comunque tornare utili alle indagini sull’omicidio del ragazzo. Perché è ormai certo che si tratti di omicidio: l’autopsia parla di profonde ferite alla testa, costole rotte, un’emorragia interna polmonare che gli ha fatto perdere quasi un litro di sangue e traumi alle gambe.
Attesa per l’autopsia
Un ulteriore aiuto alle indagini dovrebbe arrivare anche dall’esito degli esami tossicologici, mentre resta un “buco” di tre ore prima del delitto, dalle 3,30 di sabato notte alle 6,30 di domenica mattina: cosa è successo in quel frangente? È solo una delle tante domande che si fanno gli inquirenti: perché Alex in piena notte è scappato dall’abbazia? Com’è arrivato fino al fiume? Ci è arrivato ancora vivo o qualcuno lo ha trascinato? Intanto, dopo l’esame autoptico, la Procura ha dato il nulla osta per la sepoltura: i funerali verranno celebrati sabato 13 luglio alle 10 nella chiesa SS. Patroni d’Europa di Marcon.
Lo shock della comunità
L’intera comunità di Marcon è sconvolta dalla perdita di un giovane così promettente e la famiglia di Alex cerca ancora risposte definitive su ciò che è accaduto in quella tragica notte sulle rive del Piave. Restano ancora molte domande senza risposta, mentre le indagini proseguono per fare luce su questo oscuro episodio che ha colpito profondamente la piccola comunità veneta.