Dopo il polverone politico alzato dall’inchiesta di Fanpage sui rigurgiti fascisti tra i giovani attivisti di Fratelli d’Italia, Liliana Segre torna sul tema del presunto antisemitismo presente nel partito di Giorgia Meloni. Lo fa durante una lunga intervista alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, in cui non risparmia critiche anche feroci alla presidente del Consiglio.
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Liliana Segre inizia la sua intervista rinfacciando ai vertici di Fratelli d’Italia “gli elementi di ambiguità che balzano agli occhi. La destra italiana sotto la guida di Gianfranco Fini a un certo punto aveva attraversato le colonne d’Ercole, cioè aveva condannato in modo chiaro il fascismo, tanto che le frange più nostalgiche avevano abbandonato il partito. Poi però Fini è caduto in disgrazia e si è avuta l’impressione di un ritorno all’indietro”.
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Liliana Segre attacca Giorgia Meloni
“Dai vertici fino alla base si è diffuso come un passaparola: dobbiamo dare un’immagine moderna e rassicurante, però non rinneghiamo nulla di ciò che siamo stati. – attacca ancora Liliana Segre – L’inchiesta di Fanpage ha rivelato gli effetti che si producono se non si rompe questa continuità. Le richieste di fare professione di antifascismo e di togliere dal simbolo di FdI la fiamma tricolore del MSI, che tanto hanno infastidito Giorgia Meloni, servivano proprio a questo: se fossero state accolte, probabilmente chi vuole urlare ‘Sieg Heil’ si sarebbe sentito fuori posto”.
Per Liliana Segre è un vero “piacere che la presidente Giorgia Meloni abbia deciso finalmente di intervenire (sui fatti scoperti da Fanpage, ndr). Penso che, da persona molto intelligente quale è, si sia accorta che la reazione iniziale era completamente sbagliata. Che, mostrandosi scandalizzata per l’inchiesta giornalistica in sé e non per il marcio che era stato rivelato, aveva dato l’impressione di preferire che quel marcio restasse segreto e indisturbato”, conclude la senatrice a vita.