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Bambino di 7 anni muore in ospedale: “Non c’erano medici”

Pubblicato: 04/08/2024 14:33

Una coppia di genitori siciliani ha deciso di denunciare pubblicamente il calvario patito in ospedale al Civico di Palermo, dove il loro figlio è morto lo scorso 6 aprile dopo un’operazione al cuore nel reparto di cardiochirurgia. La tragedia, che ha segnato profondamente la loro vita, è stata caratterizzata da una serie di esperienze traumatiche sia prima che dopo il decesso del bimbo.

“Abbiamo dovuto ricomporre e vestire noi il corpicino di nostro figlio”, raccontano i genitori, evidenziando la mancanza di supporto e assistenza nel momento più doloroso della loro vita. “Nel momento della morte del nostro bimbo di 7 anni non era presente neanche il medico di guardia, solo un infermiere. A confortarci solo la donna delle pulizie che piangeva insieme a noi”, proseguono.

Il piccolo, affetto da una cardiopatia congenita, era già stato sottoposto a vari interventi. Nonostante i medici avessero definito generalmente buone le sue condizioni, qualcosa è andato storto durante l’ultima operazione, causando la morte del bambino dopo “5 mesi di indicibili sofferenze”.

In seguito alla denuncia dei genitori, la direzione dell’ospedale ha aperto un’inchiesta interna e l’assessore regionale alla Salute ha inviato degli ispettori per fare chiarezza sull’accaduto. Sono in corso indagini per accertare eventuali responsabilità e negligenze da parte del personale medico.

Una gestione sanitaria sotto accusa

La coppia ha descritto una situazione terribile nel reparto di cardiochirurgia pediatrica, lamentando un personale spesso disattento e poco professionale. “Eravamo noi genitori a dover chiamare gli infermieri che riposavano in un’altra stanza; eravamo spesso noi genitori a dover ricordare al personale che bisognava somministrare la terapia prevista”, spiegano.

Hanno inoltre criticato l’assenza di comunicazione da parte dei medici, sottolineando che nessun chirurgo è venuto a parlare con loro dopo l’intervento e che ad oggi non sanno nemmeno chi ha operato il loro figlio. “In tutti questi mesi di ricovero non abbiamo mai potuto incontrare nessun cardiochirurgo del Policlinico San Donato che gestisce in convenzione il reparto”, aggiungono.

La tragica fine

Il momento più terribile, raccontano, è arrivato dopo la morte del bimbo: “Abbiamo dovuto ricomporre e vestire noi il corpicino di nostro figlio che volevano mettere nudo in un sacco per trasferirlo in sala mortuaria. Non hanno avuto neanche rispetto per il cadavere. A confortarci solo la donna delle pulizie che piangeva insieme a noi”.

“Possiamo affermare con coscienza che nella cardiochirurgia di Palermo non abbiamo visto eccellenza delle cure ma tanta disumanità e rimpiangiamo di non essere andati altrove. Sappiamo che ci accuseranno di essere incattiviti dal dolore per la perdita di nostro figlio. Ma non è vero”, concludono i due genitori siciliani, determinati a fare in modo che altre famiglie non debbano affrontare lo stesso calvario.

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