Il messaggio di Bruno Vespa su X, celebrando la medaglia d’oro conquistata dalla nazionale pallavolista femminile a Parigi, ha suscitato un acceso dibattito tra gli utenti della rete. Vespa ha elogiato Paola Egonu e Myriam Sylla, definendole “brave, nere, italiane” e definendo il loro successo un “esempio di integrazione vincente.” Tuttavia, le sue parole hanno sollevato critiche e polemiche.
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Le critiche sui social
Gli utenti della rete hanno rapidamente fatto notare alcuni aspetti problematici del post. In primo luogo, è stato segnalato un errore nel nome di Paola Egonu, scritto erroneamente. Ma la questione più discussa è quella del termine “nere”, che alcuni considerano un’evidente sottolineatura del colore della pelle, piuttosto che una celebrazione del loro successo sportivo. Alcuni commentatori hanno espresso il loro disappunto, affermando che le atlete, pur avendo origini africane, sono nate e cresciute in Italia, e quindi il concetto di “integrazione” potrebbe apparire fuori luogo.
In effetti, Paola Egonu è nata a Cittadella, in provincia di Padova, nel 1998, mentre Myriam Sylla è nata a Palermo nel 1995. Entrambe le giocatrici sono profondamente radicate nella cultura italiana, e il riferimento all’integrazione ha suscitato perplessità tra coloro che considerano il loro successo un risultato della loro identità italiana piuttosto che di un processo di integrazione.
La replica di Vespa
Dopo la pioggia di polemiche arrivate su X, a seguito del suo primo commento per l’oro conquistato dalla nazionale femminile di pallavolo, Bruno Vespa ha deciso di intervenire nuovamente e ha provato a spiegare la ratio dietro alle sua parole, sebbene gli utenti dell’ex Twitter non abbiano esitato, anche in questa occasione, a contestare le parole del giornalista. In un secondo tweet, quindi, il padrone di casa di Porta a Porta ha scritto:
“So benissimo che Paola Egonu e Myriam Sylla sono nate in Italia. Ma basta questo a salvare dalle polemiche chi nasce con la pelle nera? Anche loro purtroppo debbono integrarsi in un mondo più razzista di quanto s’immagini. E le due campionesse ci sono riuscite benissimo”.