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Mutui, cambia molto col taglio dei tassi BCE: chi ci risparmia (e chi ci perde) e quanto. Ecco cosa conviene fare

Pubblicato: 13/09/2024 15:23
mutui

Il taglio della Bce di 25 punti base dà una spinta all’economia e fa tirare una boccata d’ossigeno a famiglie e imprese. Come sempre, non tutto è oro quel che luccica, e l’estrema sintesi è che i benefici sono più visibili per chi s’indebita, mentre i risparmiatori ci perdono sulla remunerazione dei depositi in banca e sui rendimenti dei titoli a tasso variabile. Ma procediamo con ordine, concentrandoci su un aspetto in particolare che sta molto a cuore agli italiani: i mutui. L’Ansa ha stilato punto per punto gli effetti principali del secondo taglio del costo del denaro. Ci sarà più credito a famiglie e imprese, mutui meno costosi, risparmi per lo Stato grazie al calo del costo del debito. La riduzione del costo del denaro ha infatti un effetto benefico sui tassi dei prestiti bancari, a beneficio di 3 milioni e mezzo di famiglie indebitate che hanno un mutuo casa. Lando Sileoni, segretario generale della Fabi, spiega all’Ansa che “gli interessi sui mutui alle famiglie e sui prestiti alle imprese caleranno ancora nei prossimi mesi, così diventerà più facile comprare casa e fare investimenti”.
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Mutui, boccata d’ossigeno per gli italiani

La Fabi stima un risparmio complessivo di oltre 70 mila euro (-19,3% sul 2023) per chi sottoscrive un mutuo a 25 anni da 200 mila euro. Una boccata d’aria anche per chi ha un mutuo a tasso variabile: “L’Euribor a un mese è sceso al 3,54% rispetto al 3,90% di inizio anno, ma è ancora oltre 100 punti base più alto rispetto all’Eurirs, che è ai minimi degli ultimi 20 mesi”. I mutui a tasso fisso rimangono quindi più convenienti. Con il taglio Bce calano gli interessi che lo Stato paga sul debito pubblico, e anche questa è una notizia: “Il risparmio per le casse dello Stato sarà comunque considerevole e darà una mano nelle prossime leggi di bilancio”. Per i risparmiatori, invece, il taglio Bce “smonta la remunerazione più elevata dei depositi dei propri risparmi in banca, dove il tasso sui depositi vincolati è arrivato a sfiorare il 3,6% dallo 0,9% dove si trovava prima della stretta monetaria del 2022-2023. Salgono i prezzi dei bond ma calano i rendimenti dei titoli a tasso variabile.

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