Vai al contenuto

Ius Scholae, Maurizio Gasparri: “La proposta di Forza Italia non è certo di sinistra. E Giorgia lo sa bene…”

Pubblicato: 29/09/2024 10:42

“Sulla cittadinanza agli stranieri è pronta la nostra proposta da discutere con le forze della coalizione di governo. Non penso che potranno dire di non essere d’accordo”. Maurizio Gasparri in questa intervista a The Social Post mette le cose in chiaro su uno dei temi che ha monopolizzato o quasi il dibattito politico delle ultime settimane. Ma anche sulla manovra economica che sta per essere elaborata dal governo, così come sulle nomine per la guida della Rai, il senatore fa chiarezza sulle posizioni, – non sempre in linea con quelle degli alleati di governo – “che Forza Italia sosterrà con forza, convinta di poter affrontare un confronto che porti a risultati concreti”.

Gasparri, partiamo dalla questione Ius scholae, con derivati et similia, che tiene banco da tempo anche per l’iniziativa del vostro segretario Antonio Tajani. C’è una proposta di legge in arrivo per il riconoscimento della cittadinanza agli stranieri?
“Abbiamo proposto in quest’ultima settimana una discussione ai nostri colleghi di partito di Camera e Senato, puntando sul riconoscimento della cittadinanza ai giovani che abbiano sostenuto, con profitto, un percorso scolastico di dieci anni partendo dalla scuola dell’obbligo. Facendo un rapido calcolo, chi inizia con la prima elementare a 5-6 anni potrà richiedere la cittadinanza italiana tra i 15 e i 16, dopo aver iniziato le superiori. Non è uno stravolgimento della norma attuale, che prevede che si possa richiedere ai 18 anni di età dopo aver vissuto qui per almeno 10 anni. Ma secondo noi può essere concessa in anticipo collegandola a un ciclo di formazione decennale”.

Novità in vista anche per chi la cittadinanza ce l’ha già, ma vive all’estero?
“La nostra proposta comprenderà anche una restrizione sui criteri di mantenimento della cittadinanza italiana per chi è emigrato, o per chi la ottiene grazie a una lontanissima origine nel nostro Paese. Sono persone che spesso non parlano la nostra lingua o che in Italia non ci sono nemmeno mai stati. Per noi è auspicabile restringere questi criteri, orientandoci su un limite che possa comprendere dei cittadini che abbiano origini italiane, ma entro un paio di generazioni”.

E di tutto questo gli alleati di governo cosa ne pensano? Sia Fratelli d’Italia che Lega hanno ribadito un secco no a qualsiasi cambiamento sulla questione.
“Ne parleremo con loro secondo i criteri che ho descritto. Abbiamo rilevato che in passato Giorgia Meloni, ma anche Ignazio La Russa, avevano avanzato in materia delle proposte analoghe. Quindi nessuna divisione o lite in maggioranza, ma non rinunceremo alle nostre proposte che, al netto dei calcoli numerici, non regalano la cittadinanza a nessuno. Come invece vorrebbero a sinistra”.

La prossima manovra economica, oggi allo studio del governo, sarà particolarmente articolata. Su quale aspetto punterà Forza Italia per connotare la propria linea in seno alla maggioranza? Sicuramente non sugli extra profitti da richiedere al settore bancario.
“E’ troppo facile parlare male delle banche, ma in troppi dimenticano che è già in vigore una tassa aggiuntiva, di 3-4 punti percentuali, sui profitti generati dalle aziende bancarie. Per questo siamo contrari a tassare le banche sostenendo semplicemente che fanno dei profitti. E che dovrebbero fare? Certo, discorso diverso è ragionare su possibili vantaggi per i settori pubblico e privato nei rapporti con il mondo bancario: oggi tutte le operazioni economiche e finanziarie passano da lì e un confronto con il governo su una rivalutazione di queste condizioni applicate dal settore bancario, in senso più favorevole a cittadini, aziende e settore pubblico, è più che auspicabile. Tanto è vero che è già in coro un dialogo con l’Abi (associazione bancaria italiana, ndr)”. Ma non solo”.

Cos’altro fare per i conti pubblici? Il ministro Giorgetti ripete e ripete che i soldi sono pochi.
“Non dimentico che molti grandi gruppi internazionali, come Amazon o Google, fanno tanti utili per miliardi di euro in Italia e non pagano qui le tasse. Facciamo una riforma anche su questo: ci lavoreremo” 

Eletto in questi giorni dal Parlamento il consiglio di amministrazione della Rai, ora si attende l’elezione dei vertici che è compito della commissione di vigilanza, dove però è necessaria una maggioranza dei due terzi. Che il centrodestra non ha.
“Ricordo che è in corso la discussione sulla riforma del sistema delle comunicazioni e che su questa possiamo parlare anche della Rai. E ricordo che l’attuale sistema di elezione della dirigenza della Rai è stato voluto dal centrosinistra, governo Renzi, per cui oggi la sinistra che lo contesta e non partecipa al voto parlamentate per eleggere il cda, protesta contro se stessa. Ora per martedì prossimo è calendarizzata in aula la riforma nel suo complesso, con un dibattito pubblico simile agli stati generali delle comunicazioni. Bene, noi non cambieremo strategia e la condivideremo con chi vuole condividere”.

E come agirete sulla scelta di presidente e direttore generale?
“Seguiremo la stessa linea anche in commissione di vigilanza, certamente. Non capisco il Partito democratico che sale sull’Aventino e non vota, ma si tiene tutti i suoi lottizzati alla Rai assunti o chiamati negli anni scorsi. Quindi se registreremo uno spirito collaborativo avvieremo un dialogo, altrimenti ne prenderemo atto e andremo avanti secondo le nostre idee e posizioni”.  

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 30/09/2024 11:35