
Il governo guidato da Giorgia Meloni sta considerando l’invio di un contingente di carabinieri in Palestina. Si prospetta l’invio di circa duecento militari per una missione di pace, su richiesta degli Stati Uniti. Nei prossimi giorni, un gruppo di circa venti soldati verrà inviato in Israele per essere pronti a intervenire quando si verificherà una tregua. Con ogni probabilità, saranno le truppe della seconda brigata mobile dei carabinieri a prendere parte a questa operazione, che includerà il 1° reggimento paracadutisti (specializzato in interventi rapidi), il 7° reggimento “Trentino Alto Adige” e il 13° reggimento Friuli Venezia Giulia. L’operazione, coordinata da Roma, sarà una collaborativa iniziativa di addestramento delle forze di polizia palestinesi, in collaborazione con Francia e Spagna. Questa missione era stata temporaneamente sospesa un anno fa a seguito degli attacchi di Hamas.
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Il Corriere della Sera ha riportato la notizia del possibile ritorno dei carabinieri in Palestina. Il 15 ottobre dello scorso anno, i 28 carabinieri dislocati a Gerico lasciarono la missione bilaterale quando le attività erano appena cominciate. “Con grande rammarico ma anche con la dovuta attenzione, ho ordinato il rientro immediato dei carabinieri impegnati nella missione Miadit in Palestina a causa del deterioramento della situazione sul campo. Questo ha reso impossibili le condizioni di sicurezza necessarie. Il governo ha deciso di sospendere la missione, ma siamo pronti a riprendere non appena le circostanze lo consentiranno”, dichiarò all’epoca il ministro Guido Crosetto. Ora i vertici militari di Washington stanno esortando Roma a rinnovare la missione, con un numero di uomini significativamente maggiore rispetto al passato.
Il governo di Israele ha già dato il proprio assenso per questa missione italiana, e ci si aspetta che non possa rifiutare la richiesta. Resta da vedere come sarà accettata, in particolare per quanto riguarda le spese coinvolte. I carabinieri hanno già condotto programmi di addestramento per le forze palestinesi come la Presidential Guard, la National Security Force e la Palestinian Civil Police. Secondo quanto riportato da Marco Galluzzo, la risposta italiana potrebbe culminare in un aumento fino al raddoppio o addirittura al triplo del numero di militari partecipanti rispetto agli anni passati, con un massimo di circa cento unità. La decisione finale, tuttavia, spetterà alla premier Giorgia Meloni.