WhatsApp ha varato un nuovo aggiornamento, con cui arriva il segno “+” accanto alle schede. Ma a cosa serve? Qualcuno ha già ricevuto l’aggiornamento, altri dovranno ancora un po’, ma presto arriverà sugli smartphone di tutti. Al momento la novità è arrivata sull’applicazione iOS WhatsApp versione 2.24.21.82, subito dopo toccherà agli Android. Il segno “+” comparirà accanto alle schede per i filtri. All’interno dell’app sono presenti delle schede che servono a filtrare le chat. Ebbene, accanto alla scheda Gruppi, con il nuovo aggiornamento apparirà il segno “più” che sarà molto utile per filtrare ulteriormente le chat. Vediamo a cosa servirà e come usarlo.
Leggi anche: “Levateje er fiasco!” Cruciani contro Vasco Rossi: in diretta gli dice di tutto
Come spiega Alessandro Nuzzo su Money.it, su WhatsApp arrivano i filtri che permetteranno di creare schede personalizzate dove inserire le chat filtrate in base alle proprie esigenze. Tutti gli utenti potranno creare nuove schede ad esempio per il lavoro con le chat dell’ufficio, o della famiglia con le chat delle persone care e così via. “Questa novità aiuterà ancora di più le persone a organizzare al meglio la propria applicazione e a ordinare le proprie chat”. Avere la possibilità di filtrare le comunicazioni e averle divise per schede in base alle categorie predefinite, sarà davvero molto utile. Ma come si crea una scheda personalizzata? È molto semplice, vediamolo insieme.
Una volta attivo l’aggiornamento Whatsapp, accanto alle schede predefinite comparirà il segno “+”, ci clicchiamo sopra. A questo punto creiamo un nome per la scheda, come ad esempio «ufficio», «casa», «amici», «calcetto», ecc. Poi si aggiungono i contatti nella scheda. Successivamente, fare clic sul tasto Fine e una scheda con il nome personale verrà aggiunta all’applicazione, accanto a quelle preimpostate. “Gli utenti cliccando sulla scheda personalizzata potranno vedere solo le chat presenti e filtrate. Sarà possibile aggiungere o eliminare i contatti e le schede facendo clic sull’opzione «Gestisci»”.