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Caso Ramy Elgaml: la Procura esclude violazioni nell’inseguimento

Pubblicato: 18/01/2025 09:08

Non sarebbero emerse violazioni di regole, protocolli o norme penali nelle modalità dell’inseguimento di Ramy Elgaml da parte dei carabinieri. È questa la valutazione preliminare della Procura di Milano sul caso del 19enne morto il 24 novembre scorso mentre fuggiva in scooter dai militari per circa otto chilometri. Tuttavia, l’inchiesta resta aperta per approfondire le fasi finali della tragedia, con l’accusa di omicidio stradale rivolta sia al carabiniere che guidava l’ultima auto inseguitrice sia a Fares Bouzidi, il 22enne amico della vittima che si trovava alla guida del motorino.

L’indagine riguarda anche il presunto depistaggio e favoreggiamento, per i quali risultano indagati altri due militari. La Procura ha affidato l’inchiesta ai carabinieri del Nucleo investigativo, che stanno verificando ogni aspetto della vicenda. Secondo l’articolo 55 del codice di procedura penale, la polizia giudiziaria ha il dovere di prendere notizia dei reati, prevenirne le conseguenze, identificare gli autori e raccogliere prove, attività che sarebbero state rispettate nel corso dell’inseguimento del 24 novembre.

L’acquisizione di testimonianze e analisi forensi

Nell’ambito dell’inchiesta, la Procura ha ascoltato un carabiniere come testimone. Il militare in questione aveva con sé una bodycam che ha registrato le fasi del soccorso ai due ragazzi. Le immagini sono state trasmesse in televisione, e gli inquirenti stanno verificando la loro diffusione e il rispetto delle procedure di acquisizione e deposito agli atti.

Verifiche sulla diffusione dei video della bodycam

I magistrati Marco Cirigliano e Giancarla Serafini hanno avviato accertamenti per chiarire se i video della bodycam fossero stati regolarmente depositati agli atti dell’inchiesta prima della loro diffusione mediatica. Il militare ascoltato ha riferito che i filmati erano stati consegnati, ma restano in corso ulteriori verifiche sulla gestione delle immagini e sull’eventuale coinvolgimento di altri soggetti nella loro pubblicazione.

Nel frattempo, per i primi di febbraio si attende il deposito della consulenza cinematica, che ricostruirà con precisione la dinamica dell’incidente, e di quella informatica, che analizzerà il telefono di un testimone a cui sarebbe stato chiesto di cancellare un video.

L’inchiesta prosegue con l’obiettivo di chiarire ogni dettaglio della tragica vicenda e accertare eventuali responsabilità, mantenendo alta l’attenzione sulla trasparenza delle operazioni e sulla tutela della legalità.

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