
Un medico rispettato, un professionista affermato nel campo della psichiatria. Una paziente fragile, una giovane donna di 27 anni in cerca di aiuto per superare un periodo di difficoltà. Ma ciò che avrebbe dovuto essere un percorso di cura si è trasformato in un incubo, con Stefano Maria Cogliati Dezza, psichiatra di 72 anni, che ha abusato della fiducia della sua paziente.
La Corte d’Appello ha confermato la condanna per violenza sessuale, riducendo però la pena rispetto al primo grado, portandola a 2 anni e 10 mesi. Il caso ha scosso profondamente l’opinione pubblica, lasciando senza parole per la crudeltà e la manipolazione subite dalla giovane.
Una violenza sistematica
Il medico, invece di aiutare la giovane donna, ha sfruttato le sue fragilità, instaurando un pericoloso gioco di potere. La ragazza, già vulnerabile, si trovava intrappolata in un rapporto di dipendenza e soggezione, come sottolineato dai magistrati. Dezza, sfruttando le sue insicurezze e il suo bisogno di fiducia, le aveva consigliato un trattamento dimagrante e aveva manipolato la sua percezione di sé, insinuando dubbi e portando avanti una terapia che non aveva nulla di professionale.

Nel chiuso dello studio, quello che avrebbe dovuto essere un trattamento medico si è trasformato in una prigione di abusi. Dezza legava la giovane, usava fruste, colava cera calda sul suo corpo, la bendava e le iniettava antidolorifici. Strumenti di tortura, pinze, lacci, tutti utilizzati con freddezza per infliggere sofferenza in modo sistematico.
La devastante scoperta della famiglia
La famiglia della giovane, che aveva affidato la figlia a quello che considerava un luminare della psichiatria, ha vissuto un trauma devastante. Mai avrebbero immaginato che l’uomo a cui si erano rivolti per cercare aiuto avrebbe invece abusato della fiducia riposta in lui, infliggendo violenza alla figlia. Quando la giovane ha trovato finalmente il coraggio di raccontare quanto accaduto, i suoi genitori hanno subito denunciato il professionista.
La conferma delle indagini e la reazione della vittima
Le indagini hanno confermato ogni dettaglio del racconto della giovane. Il suo dolore e le sue sofferenze sono stati certificati da due perizie che hanno messo in luce la terribile verità. L’avvocato della vittima, Giuseppe Di Nardo, insieme al collega Daniele Di Nunzio, ha espresso soddisfazione per la decisione della Corte d’Appello, che ha riconosciuto la validità delle prove presentate e ha confermato la responsabilità dell’imputato.
La condanna dello psichiatra fa giustizia, ma non si possono quantificare i danni subiti da una ragazza già fragile, ora segnata anche da una vicenda orribile e difficile da credere. Lo psichiatra ha abusato della propria posizione di potere, trasformando la cura in abuso. Il caso ha scosso profondamente, ma che ha anche dato voce a una giovane donna che ha avuto il coraggio di denunciare una violenza che nessuno avrebbe mai immaginato.