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Arriva la norma “anti-Report”. La decisione della Rai su Ranucci

Pubblicato: 26/01/2025 08:43

In Rai si parla di «ritorno alla normalità», ma la recente circolare emanata dall’amministratore delegato Giampaolo Rossi, che stabilisce che ogni programma debba avere un capostruttura dedicato e che questa funzione non possa essere assegnata al conduttore stesso, ha già suscitato polemiche. Infatti, è stata etichettata come norma «anti Ranucci», poiché tra i conduttori privi di questa figura di supervisione figura anche l’autore di Report, attualmente vicedirettore.

Il sindacato Usigrai ha sollevato la questione, senza menzionare esplicitamente Ranucci, in un comunicato molto critico, dove ha informato riguardo alla circolare che prevede la nomina di commissari per i programmi giornalistici di alcuni dei più seguiti della tv pubblica. Secondo il sindacato, il documento indica che «il controllo editoriale sui programmi non sarà più nelle mani dei direttori di genere o dei conduttori, ma sarà affidato a delle imprecisate “strutture editoriali”». Usigrai si chiede: «Qual è il loro scopo e perché ora? Si tratta di un controllo richiesto da politici o, peggio, da emittenti concorrenti, sui pochi programmi che ancora offrono informazione?». In sostanza, il sindacato considera questa decisione un «attacco alla professione giornalistica», un modo per esercitare un maggiore controllo sull’informazione del servizio pubblico. Su questo punto, si sono allineati anche Sandro Ruotolo, responsabile dell’informazione del Pd, Dolores Bevilacqua del M5S, e i leader di Avs, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni, i quali chiedono chiarimenti a Rossi.

Nel contesto della Rai, che si sta preparando a spostarsi da viale Mazzini a causa della presenza di amianto, i toni sembrano attenuarsi. Si spiega che questa decisione è il risultato di un audit interno di due mesi che ha messo in luce delle sovrapposizioni di ruoli in alcune direzioni. La comunicazione dell’amministratore delegato, quindi, avrebbe lo scopo di ripristinare ordine, applicando il principio della «separazione dei poteri» in ciascuna direzione di genere. In pratica, non si può avere un controllore che sia anche controllato.

Secondo l’audit, attualmente questo principio non sarebbe rispettato nei casi in cui i vicedirettori dell’unità responsabile del prodotto hanno anche funzioni di controllo sui programmi. Da ora in poi, ogni programma dovrà avere un capostruttura (nominato dal direttore di genere) che avrà la responsabilità editoriale e seguirà il progetto in ogni fase.

Nel caso specifico, Ranucci, a differenza di Alberto Matano e Milo Infante, che pure sono vicedirettori e conduttori, non ha oggi un capostruttura. Lo ha avuto dal 2012 al 2020, poi però Ranucci fu nominato vicedirettore e quella figura decadde. Il programma al momento viene supervisionato un giorno prima della messa in onda dal direttore degli Approfondimenti, Paolo Corsini. Report è un programma fatto da free-lance, i cui servizi giungono in redazione una settimana prima del loro lancio. E non è secondario, ai fini del controllo editoriale, che una buona parte del lavoro giornalistico non si svolga in viale Mazzini.

Quanto alla domanda perché il provvedimento giunga proprio adesso, in Rai si fanno spallucce: «Anche sull’amianto siamo dovuti intervenire noi per rimettere a posto le cose. Ci assumiamo la responsabilità di fare ciò che per anni è stato trascurato».

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