
Dopo aver valutato le condizioni delle persone intercettate, sono stati recuperati in mare 49 migranti, ora a bordo della nave Cassiopea, pronti per essere trasferiti nei centri in Albania. Qui, verranno avviate le procedure di accoglienza e di valutazione dei loro casi. Un aspetto interessante è che 53 migranti hanno presentato il proprio passaporto per evitare il trasferimento: questo permetterà di accelerare le verifiche delle loro posizioni, anche senza il trattenimento, aumentando così le possibilità di rimpatrio per coloro che non hanno diritto a rimanere nell’Unione Europea.
La ripresa dell’operazione in Albania segna la fine di un periodo di quasi due mesi di inattività. Il trasferimento dei migranti nei centri al di là dell’Adriatico, per facilitare i rimpatri, è gestito dalla nave pattugliatore Cassiopea, già impegnata nel monitoraggio delle acque al largo di Lampedusa. Questo nuovo slancio arriva nonostante non si sia ancora pronunciata la Corte di giustizia europea, il cui giudizio è atteso per il 25 febbraio, e si verifica in un contesto di aumento degli sbarchi, con 1.264 arrivi registrati negli ultimi sei giorni.
Nei mesi di ottobre e novembre, i tentativi di trasferire nei centri di Shengjin e Gjader alcune decine di migranti, per i quali non sussistevano motivi di asilo, erano stati bloccati dai tribunali. I giudici delle varie sezioni immigrazione non avevano autorizzato il trattenimento, contestando la sicurezza dei Paesi di origine, nonostante un elenco ufficiale. A dicembre, la Corte di cassazione ha stabilito che la classificazione dei Paesi come sicuri spetta esclusivamente al ministero degli Esteri e ad altri ministri. La sentenza stabiliva che al tribunale competeva valutare eventuali rischi specifici per i richiedenti asilo al rientro nel loro Paese.
La conformità del decreto italiano alle normative europee è, invece, di competenza della Corte di giustizia dell’Unione europea. Tuttavia, mentre si attende il suo pronunciamento, i trasferimenti sono pronti a riprendere. Durante il lungo periodo di stallo, i centri in Albania sono stati lasciati vuoti, sorvegliati da un numero ridotto di agenti di polizia, che sono stati criticati da un programma televisivo locale per la loro inattività. Ora, però, si ritiene che le condizioni siano favorevoli. Non solo per l’aumento degli sbarchi, ma anche perché le Corti d’appello sono state incaricate della convalida dei trasferimenti, risultando meno influenzate da fattori politici. Inoltre, sul piano internazionale, il nuovo presidente americano Trump ha messo in evidenza le espulsioni di massa, mentre la vicepresidente e commissaria croata Dubravka Šuica, in visita a Roma, ha elogiato l’iniziativa italiana, definendola una proposta innovativa in linea con le direttive sui rimpatri.
Le opposizioni criticano il governo per la ripartenza imminente delle operazioni. “Le dichiarazioni di Trump influenzano le destre europee, mentre le immagini dei migranti in catene su un aereo sono inaccettabili”, afferma Elisabetta Piccolotti di Avs. “Si tratta di viaggi costosi e privi di reale utilità, che servono solo a creare spettacolo”. D’altro canto, Raffaele Nevi di Forza Italia difende la strategia del governo: “A differenza della sinistra, che vorrebbe accogliere tutti i migranti, noi puntiamo a collaborare con i Paesi del Nord Africa per fermare l’immigrazione clandestina. I centri in Albania sono moderni e ben attrezzati, e offrono condizioni molto migliori rispetto ai centri sovraffollati in Italia”.