
“La misoginia violenta e l’uso di un linguaggio offensivo, che caratterizzano il Festival di Sanremo, non possono più essere ignorati. È evidente che l’odio verso le donne è ancora considerato un problema secondario. Non possiamo voltare le spalle e rimanere in silenzio; è fondamentale alzare la voce a nome di tutte le donne che hanno subito violenza da parte di uomini che affermavano di amarle, per tutte le panchine rosse dedicate a loro e per ogni rituale e mito che si ripete in occasioni speciali. Non possiamo giustificare questo comportamento come arte; l’inno all’odio, accompagnato da violenza e insulti, non è arte”. Queste le parole della lettera inviata oggi al Cda della Rai dalla Consigliera di parità della Provincia di Rimini, Adriana Ventura, che critica in particolare la decisione di presentare il brano ‘Bella stronza’ di Marco Masini, interpretato insieme a Fedez durante la serata delle cover.
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La consigliera, richiamando l’attenzione sulle recenti polemiche riguardanti la partecipazione di Toni Effe al concerto di Capodanno a Roma, sottolinea come “anche al Festival di Sanremo si assisterà alla rappresentazione della violenza di genere con la canzone di Masini, che sarà cantata con Fedez e sembra dedicata all’ex moglie. Questo è un esempio di cattivo gusto e di un uso inappropriato della televisione di Stato per trasmettere insulti a donne separate”, avverte Ventura.

Intervistata dall’Adnkronos, la consigliera aggiunge: “Non possiamo ignorare il contenuto di questa canzone, che presenta frasi inaccettabili, soprattutto considerando il contesto attuale in cui combattiamo contro la violenza sulle donne e il femminicidio. E se posso esprimere un pensiero personale, mi chiedo perché le associazioni anti-violenza non intervengano. Se fossi più giovane, manifesterei davanti all’Ariston per esprimere il mio dissenso, non contro Masini o contro l’arte, ma contro questo linguaggio volgare e violento”.
“Invito a spegnere la televisione durante la canzone di Masini” Adriana Ventura esprime anche sorpresa per le critiche ricevute sui social dopo la sua iniziativa di protesta: “Mi accusano di cercare visibilità – racconta – e si chiedono cosa c’entri io con Sanremo. È tutto assurdo, perché la lotta contro la violenza si combatte ogni giorno, anche esprimendo indignazione e non rimanendo in silenzio”.
Di conseguenza, nella sua lettera al Cda Rai, la consigliera esorta a prendere coscienza di questa incoerenza e del cortocircuito culturale, i cui effetti diseducativi colpiscono anche i giovani che seguiranno il festival. Se la programmazione dovesse rimanere invariata, l’appello a uomini e donne è di spegnere la televisione durante la canzone di Masini.