
Antonio Tajani ha recentemente incontrato i principali protagonisti del settore produttivo italiano per discutere delle prospettive dell’export, in particolare in relazione ai dazi imposti dagli Stati Uniti sotto la presidenza Trump.
L’incontro ha visto la partecipazione di istituzioni come ICE, Sace, Simest e associazioni di categoria come Confindustria e Coldiretti, per analizzare la situazione attuale e tracciare le linee guida future. Al centro del dibattito c’erano le difficoltà generate dalla politica commerciale di Washington, che minaccia di penalizzare le imprese italiane, e le necessità di diversificare i mercati di esportazione.
Italia e Stati Uniti: Un rapporto commerciale da rafforzare
Nonostante le difficoltà legate ai dazi, gli Stati Uniti restano il secondo partner commerciale dell’Italia, con un export che rappresenta il 10,3% delle esportazioni italiane. La politica commerciale degli Usa è sotto revisione, e Tajani ha sottolineato che il governo italiano non intende restare passivo di fronte a potenziali misure punitive.
“Il governo è dalla parte delle nostre imprese,” ha dichiarato Tajani, cercando di rassicurare il settore produttivo. Il Ministro ha inoltre aggiunto che la storica amicizia tra Italia e Stati Uniti continuerà a essere un fondamento per la difesa degli interessi italiani.

Diversificazione e nuove rotte per l’export
L’Italia non intende concentrarsi solo sul mercato americano. Sebbene gli Usa rimangano una priorità, Tajani ha ribadito l’importanza di espandere i mercati di destinazione per evitare di dipendere troppo da una singola area geografica. Le nuove rotte sono orientate verso regioni come Mercosur, Asia, Balcani e Paesi del Golfo. In particolare, i mercati di India, Indonesia e Vietnam sono considerati aree promettenti per il Made in Italy, che ha ancora ampi margini di crescita in queste regioni.
Le imprese italiane potranno sfruttare fiere internazionali e missioni di sistema per penetrare questi mercati, in linea con le strategie emerse dagli Stati Generali dell’Export di Milano. Il piano del governo italiano mira a non rimanere ostaggio delle decisioni di un singolo mercato, ma a garantire la sicurezza e la crescita continua del business nazionale.
Dazi e unità europea: la difesa dell’industria italiana
La questione dei dazi rimane una delle principali preoccupazioni. Tajani ha ribadito la necessità di un’Europa compatta e pronta a reagire in modo coordinato contro le politiche protezionistiche degli Stati Uniti. Al Consiglio Affari Esteri dell’Ue, il Ministro degli Esteri italiano ha sollecitato una risposta unitaria alle possibili misure americane, sottolineando che l’Italia non intende subire passivamente le conseguenze di una politica commerciale aggressiva.

L’incontro con Marco Rubio: un passo importante verso Washington
Il dialogo con Washington è proseguito con una telefonata tra Tajani e Marco Rubio, nuovo segretario di Stato degli Stati Uniti. L’argomento principale del colloquio è stato proprio quello dei dazi, un tema che pesa enormemente sul tessuto economico italiano. La presidente Giorgia Meloni, intanto, ha intensificato i rapporti con gli Stati Uniti, consolidando legami che potrebbero essere utili per la difesa degli interessi italiani.
Il futuro dell’export italiano: tra difficoltà e opportunità
Nonostante le sfide, l’export italiano ha segnato una crescita costante negli ultimi anni, con un aumento del 3,4% nel 2023, toccando i 67,3 miliardi di euro. Gli Stati Uniti sono stati un mercato fondamentale, ma l’Italia è anche il Paese europeo maggiormente colpito dalle misure anti-dumping e dalle politiche protezionistiche di Trump. La pasta, insieme a settori come l’acciaio e l’alluminio, è stata storicamente una delle categorie più esposte a restrizioni.
Con un avanzo commerciale favorevole e la volontà di diversificare i mercati di esportazione, l’Italia si prepara a difendere le sue imprese e a cogliere nuove opportunità di crescita, consolidando al contempo il rapporto con il suo storico partner americano.