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Israele, liberati altri 8 ostaggi: ma il “rilascio-show” scatena nuove tensioni

Pubblicato: 30/01/2025 16:36

Dopo 482 giorni di prigionia, otto ostaggi israeliani e thailandesi catturati il 7 ottobre 2023 sono stati rilasciati da Hamas e dalla Jihad Islamica. L’operazione, avvenuta in due momenti distinti, ha segnato il primo coinvolgimento della Jihad Islamica in un rilascio di prigionieri. Tra i liberati ci sono la soldatessa Agam Berger, l’israelo-tedesca Arbel Yehoud, l’80enne Gadi Moses e cinque lavoratori thailandesi.

La liberazione della soldatessa Berger: una cerimonia orchestrata

La prima ad essere liberata è stata Agam Berger, scortata da miliziani armati e consegnata alla Croce Rossa Internazionale a Jabaliya, nel nord di Gaza. Il rilascio è avvenuto con una vera e propria “messa in scena“: la giovane è stata fatta salire su un palco e invitata a salutare la folla mentre un miliziano riprendeva la scena. Dopo il trasferimento in Israele, Berger ha riabbracciato i genitori ed è stata visitata in ospedale, dove ha incontrato le quattro soldatesse liberate la scorsa settimana.

Caos a Khan Younis: liberazione tra la folla

La situazione è stata ben diversa a Khan Younis, nel sud di Gaza, dove la Jihad Islamica ha rilasciato gli altri ostaggi in un contesto caotico. La folla si è accalcata attorno ai prigionieri, rendendo difficoltoso il loro trasferimento alla Croce Rossa. Le immagini trasmesse da Al Jazeera mostrano Arbel Yehoud visibilmente spaventata mentre camminava tra uomini armati, mentre la tensione cresceva intorno a lei. L’80enne Gadi Moses e gli altri ostaggi hanno vissuto la stessa esperienza.

Netanyahu condanna il rilascio spettacolarizzato

Le immagini del rilascio hanno suscitato l’indignazione del premier israeliano Benjamin Netanyahu, che ha chiesto ai mediatori di “garantire la sicurezza degli ostaggi” e di evitare scene simili in futuro. Anche il Forum dei familiari degli ostaggi ha condannato “la crudeltà e il disprezzo per la dignità umana” mostrati da Hamas e Jihad Islamica. In risposta, Netanyahu ha bloccato temporaneamente il rilascio di 110 detenuti palestinesi previsto dagli accordi.

Il nodo dei prigionieri palestinesi

L’accordo prevedeva che, in cambio della liberazione di tre ostaggi israeliani, venissero scarcerati 110 prigionieri palestinesi, tra cui leader di gruppi armati coinvolti in attentati mortali. Tra questi Zakaria Zubeidi, ex leader delle Brigate Al-Aqsa, e diversi membri della Jihad Islamica e di Hamas responsabili di attacchi in Israele. La decisione di Netanyahu di ritardare il rilascio ha spinto Hamas a chiedere l’intervento dei mediatori per sbloccare la situazione.

La reazione in Israele e in Thailandia

A Tel Aviv, centinaia di persone si sono riunite nella Piazza degli ostaggi per seguire il rilascio. Tra loro anche Steve Witkoff, inviato del presidente Usa Donald Trump, che ha definito il rilascio “un grande giorno per Israele” e annunciato la prossima liberazione di un ostaggio americano. Anche in Thailandia la notizia ha suscitato grande emozione: il premier Paetongtarn Shinawatra ha espresso gioia per il ritorno dei cinque lavoratori, ricordando che nel massacro del 7 ottobre furono uccisi 39 cittadini thailandesi e altri 31 furono rapiti.

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