
Mercoledì 26 febbraio, nella nuova puntata di Fuori dal coro, il conduttore Mario Giordano ha dato spettacolo con la sua solita verve polemica. Stavolta, l’attacco si è concentrato su due figure di spicco: Luigi Di Maio, riconfermato come inviato speciale dell’Unione Europea nel Golfo Persico, e la presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde. Esplosivo invece lo sfogo contro la Commissione europea.
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Giordano ha denunciato gli alti stipendi e gli aumenti percepiti da entrambi, sottolineando il divario con i cittadini comuni. “Di Maio, inviato nel Golfo Persico, cosa ha fatto per rinnovargli il contratto? 15 mila euro al mese. E la presidente della Bce, quella che governa l’euro, quella che ha imposto tassi d’interesse alle stelle per mesi, ha avuto un aumento di 1.800 euro al mese, arrivando a guadagnare 38.800 euro mensili“, ha attaccato il giornalista.
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L’attacco alla Commissione Europea
Ma nel mirino del conduttore non c’erano solo i compensi di Di Maio e Lagarde. Giordano ha puntato il dito anche contro la Commissione Europea, accusandola di occuparsi di questioni marginali mentre i cittadini affrontano difficoltà economiche.
Contatto rinnovato a Luigi Di Maio dalla #UE per la bellezza di 15.000 euro al mese e a Christine Lagarde un aumento di 1.800 euro al mese, oltre ai 38.800 euro al mese.#Fuoridalcoro pic.twitter.com/ymae1sTwIc
— Fuori dal coro (@fuoridalcorotv) February 26, 2025
“Questa è l’Europa lontana dalla gente. Mentre tutto il mondo cambia, sapete di cosa si è occupata in questi giorni la Commissione Europea?”, ha incalzato Giordano, mostrando in studio alcuni cartelli. “Ecco qua, il linguaggio. Bisogna abolire la parola ‘man‘, uomo, dalle parole inglesi come ‘fisherman‘, pescatore. Non si può più dire perché contiene ‘man‘ e non va bene. Serve la parità di genere, quindi bisogna eliminare certi termini dalla lingua inglese”, ha tuonato. Un monologo infuocato che ha acceso il dibattito in studio e sui social, dividendo il pubblico tra chi lo sostiene e chi lo critica.