
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani nel mirino delle critiche di Paolo Zampolli, inviato speciale di Donald Trump in Italia. In una telefonata al Post, Zampolli lo ha definito “Tagliatella”, un soprannome che, secondo lui, circolerebbe nei corridoi di Washington.
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Gli elogi per Meloni e Salvini, le critiche a Tajani
Nel suo colloquio con il giornalista Valerio Valentini, Zampolli ha espresso giudizi su diversi leader italiani. Per lui, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è una “politica furbissima”, molto stimata negli Stati Uniti. Anche Matteo Salvini ne esce bene: viene definito “un nice guy”, con un profilo politico “100% trumpiano”.
Diverso il trattamento riservato a Tajani, descritto come “poco informato” e mai preso in considerazione dalle alte sfere della politica americana: “La Casa Bianca doveva trovare del tempo per lui?” L’inviato di Trump ha sottolineato come Meloni non lo abbia informato del suo viaggio a Mar-a-Lago lo scorso 4 gennaio, così come non lo avrebbe fatto neanche Marco Rubio, considerato uno dei leader più vicini all’ex presidente USA.
Il rapporto tra Trump e Meloni
Zampolli ha poi parlato delle relazioni tra Trump e Meloni, definendo la premier “una grandissima leader”, anche se con margini di miglioramento nei rapporti tra Italia e Stati Uniti. In particolare, ha criticato la posizione italiana sull’Ucraina, sostenendo che Meloni dovrebbe prendere le distanze da Volodymyr Zelensky.
L’attacco diretto è stato rivolto proprio al presidente ucraino, che Zampolli ha soprannominato “Lassie”, un termine usato dalla propaganda russa per sminuirlo. Per lui, Meloni avrebbe dovuto “mollare Zelensky” da tempo, allineandosi alla posizione più scettica di Trump sul sostegno all’Ucraina.