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Sara Campanella, la difesa chiede la perizia psichiatrica per Stefano Argentino: “Un sacrosanto diritto dell’indagato”

Pubblicato: 18/04/2025 14:39
Sara Campanella perizia Argentino

«La richiesta di una perizia psichiatrica è un sacrosanto diritto dell’indagato, non una routine giudiziaria». A sostenerlo è l’avvocato Giuseppe Cultrera, legale di Stefano Argentino, il 27enne reo confesso dell’omicidio di Sara Campanella, la studentessa universitaria di 22 anni uccisa a Messina. Secondo il difensore, la valutazione clinica dello stato mentale del giovane è fondamentale per comprendere il contesto in cui è maturato il delitto.
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«Spingersi a tanto, addirittura a un gesto ingiustificabile, non può non avere un motivo di disagio alle spalle», ha dichiarato Cultrera. «Nel caso di Stefano va fatta per avere contezza tecnica del suo status prima, durante e dopo il delitto. Questa difesa non ha alcuna presunzione di sostituirsi a un consulente del giudice».

La replica della parte civile

Diversa la posizione dell’avvocato Concetta La Torre, legale della madre di Sara, che definisce la richiesta «una mossa che ci aspettavamo». Per lei, si tratta di «una strategia difensiva tipica nei casi di femminicidio. Quello a cui ricorrono tutti gli assassini, soprattutto quando hanno confessato, nel tentativo di ottenere uno sconto di pena».

Il nodo dell’arma del delitto

Cultrera è intervenuto anche sulla questione dell’arma del delitto, verosimilmente un coltello, di cui Stefano si sarebbe disfatto. «Il fatto che Stefano abbia occultato l’arma è solo una delle tante ipotesi, quella più facile per parte avversaria», ha spiegato. «Il ritrovamento o meno dell’arma non rappresenta una svolta per le indagini: Argentino è già reo confesso. Il tutto sarebbe solo frutto di curiosità mediatica, irrilevante ai fini d’indagine». Il legale ha infine sottolineato come «i processi si fanno in tribunale, nelle aule in cui si deve acclarare la responsabilità sulle risultanze probatorie».

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