Un incontro breve, privato, carico di simbolismo. Il vicepresidente degli Stati Uniti, JD Vance, ha visto Papa Francesco la mattina di Pasqua. Un colloquio durato pochi minuti, tenuto nella discrezione di Casa Santa Marta. Solo qualche ora dopo, il mondo avrebbe appreso la notizia: Papa Francesco è morto poco più tardi.
Il pontefice si era affacciato dalla Loggia delle Benedizioni per un fugace augurio pasquale ai fedeli in Piazza San Pietro, e subito dopo aveva compiuto un lungo giro in papamobile, stringendo mani, accarezzando volti. Alle 11.30, il breve incontro con Vance, avvenuto in forma privata, lontano dai riflettori.
Le parole di Vance a Papa Francesco
“So che non è stato molto bene, ma sono contento di vedere che ora sta meglio. Grazie per avermi ricevuto”, ha detto il vicepresidente americano al termine della visita, secondo quanto riportano i media statunitensi. Parole gentili, di circostanza. Ma alla luce di quanto accaduto, suonano oggi come un commiato inconsapevole, quasi un epitaffio umano a un incontro che, pur breve, è stato l’ultimo appuntamento istituzionale di Bergoglio.
Francesco aveva fatto consegnare a Vance dei doni per la famiglia: due uova di Pasqua per i figli, un gesto semplice, ma carico della sua consueta delicatezza pastorale. Poi il vicepresidente ha lasciato il Vaticano, accompagnato da un corteo di auto blindate, accolto dal Reggente della Casa Pontificia, padre Leonardo Sapienza. Si è poi recato, con la famiglia, alla messa pasquale presso la Basilica di San Paolo fuori le Mura.
Papa Francesco se n’è andato poche ore dopo, nel giorno della Resurrezione che aveva voluto celebrare con il suo popolo, pur nella fatica evidente. Le parole di Vance, ora, acquistano un peso diverso. E il loro eco rimane, nel silenzio che segue sempre una grande perdita.