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Attacco durissimo a Papa Francesco: “Mi ha chiamato sicario”. Cosa è successo

Pubblicato: 23/04/2025 18:21

Un medico noto per il suo impegno nella sanità pubblica e nella tutela dei diritti civili ha espresso riflessioni forti e personali sul rapporto tra la sua attività professionale e le posizioni espresse dal pontefice in materia di aborto. Con una lunga esperienza come responsabile in un centro ospedaliero dedicato all’interruzione volontaria di gravidanza, ha ricordato alcuni momenti in cui si è sentito direttamente toccato dalle parole del Papa.

“Mi ha chiamato sicario più volte”, racconta. Un’accusa che, secondo lui, non è solo un attacco personale, ma coinvolge oltre 1.500 colleghi in tutta Italia che garantiscono l’applicazione della legge 194. “Lo perdono, non ho rancore. Purché le posizioni religiose restino nel loro ambito e non interferiscano con le leggi dello Stato”, ha chiarito.

Il ginecologo ha sottolineato come parole così forti possano trasformarsi in stigma non solo per i medici, ma anche per le donne che scelgono di interrompere la gravidanza, in particolare oggi con la diffusione dell’aborto farmacologico. “Prescrivo le pastiglie, ma è la donna a prenderle, da sola. Definirci sicari significa accusare anche loro”, ha osservato con fermezza.

Nonostante ciò, ha riconosciuto che su altri temi, come la condizione dei detenuti o l’accoglienza dei migranti, le posizioni del Pontefice sono state apprezzabili e condivisibili. Tuttavia, in materia di diritti civili e sessualità, “Francesco è rimasto un Papa conservatore”, ha detto, evidenziando come sulla questione dell’omosessualità o del ruolo delle donne nella Chiesa i passi avanti siano stati solo parziali.

“La misoginia istituzionale non è sparita, anche se oggi si consente alle bambine di servire Messa”, ha aggiunto. E sul piano dell’accettazione delle persone LGBTQ+, “non si può parlare di accoglienza piena solo perché sono cambiati i toni”.

Il ginecologo, che è anche attivo in ambito politico locale, ha concluso ribadendo che la sua critica alla Chiesa e al Papa sui diritti civili resta ferma, ma senza chiudere alla possibilità di trovare punti di contatto su altre battaglie sociali.

Il suo nome è Silvio Viale, attualmente consigliere comunale a Torino con il gruppo +Europa/Radicali e attivo presso l’ospedale Sant’Anna.

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