
Il cardinale Gerhard Ludwig Müller, figura di spicco dell’area più conservatrice della Chiesa cattolica, ha recentemente espresso una serie di riflessioni sulla futura direzione del papato. Secondo lui, ogni Pontefice «non è un successore del suo predecessore ma un successore di Pietro», sottolineando che il prossimo Papa non sarà obbligato a proseguire sulla strada tracciata da Francesco.
Müller riconosce a Francesco «un unanime apprezzamento per l’impegno verso i migranti, i poveri e il superamento delle divisioni tra centro e periferia», ma non nasconde alcune perplessità: «In certi momenti è stato un po’ ambiguo, come quando parlò della resurrezione con Eugenio Scalfari. Con Benedetto XVI avevamo una chiarezza teologica perfetta».
Temi sensibili: donne, omosessualità e dottrina
Uno dei punti critici per Müller riguarda il recente documento sulla benedizione delle coppie omosessuali. Pur riconoscendone l’intento pastorale, avverte: «Non si deve relativizzare la dottrina cattolica sul matrimonio». E aggiunge una critica a chi vede nel papato un’evoluzione verso forme democratiche: «Chi conosce poco la teologia cattolica crede che il Papa stia trasformando la Chiesa da autocrazia a democrazia. Ma non è un’istituzione come il World Economic Forum o l’ONU».

A proposito della recente nomina di una donna a capo di un dicastero vaticano, Müller chiarisce che il problema «non è il genere, ma che si tratti di un laico chiamato a presiedere un ente che rappresenta l’autorità del collegio cardinalizio. La gestione laica può andare bene in ambiti amministrativi, ma la Curia è una struttura ecclesiastica».
Dialogo con l’Islam, Cina e secolarizzazione
Sul tema dell’Islam, il cardinale richiama il pensiero di San Tommaso d’Aquino: «Possiamo dialogare sul piano della ragione, ma dobbiamo chiederci come chi crede in Dio possa uccidere in suo nome. Sì al dialogo, ma evitando ogni forma di relativismo».
Sulla Cina, la posizione è netta: «Non possiamo permettere che comunisti atei scrivano il nostro catechismo o impongano immagini di Xi Jinping nelle chiese. Né che nominino i nostri vescovi».
Infine, Müller esprime una critica alla crescente secolarizzazione: «Alcuni vedono il Papa come simbolo di una religione secolarizzata voluta da élite e oligarchi. Ma il Pontefice non è questo. La Chiesa è corpo mistico di Cristo, non un’organizzazione umanitaria internazionale».