Aveva attraversato pianure bruciate dal sole, scalato vulcani che sputavano vapore nell’alba, affrontato notti intere correndo senza mai fermarsi. Ogni chilometro era una promessa mantenuta, un inno alla resistenza, un patto silenzioso con sé stessa e con il mondo. Il suo nome era legato a imprese che pochi osavano solo immaginare: dieci cime conquistate in dieci giorni, migliaia di chilometri macinati tra sentieri, polvere e pioggia.
Negli ultimi anni, la determinazione aveva trovato una nuova dimensione. Dopo un master, era tornata nella terra che l’aveva vista nascere, intrecciando il lavoro quotidiano ai ricordi di gare estenuanti e vittorie intime. Viveva a Heredia, nel cuore del Costa Rica, dove il respiro della montagna sembrava accompagnarla anche tra le mura di un appartamento semplice e silenzioso.
La scomparsa di Luz Elena Castillo Sequeira
La comunità sportiva ha accolto con immensa tristezza la notizia della morte di Luz Elena Castillo Sequeira, atleta di 38 anni conosciuta come la “Nicaraguense di ferro“. Il suo corpo è stato trovato nel suo appartamento a Heredia, senza segni evidenti di violenza. Le autorità hanno avviato le indagini per chiarire le cause del decesso.
Nata in Costa Rica nel 1987 ma cresciuta e formata in Nicaragua, Luz Elena era una pioniera dell’ultramaratona: nel 2014 era diventata la prima donna a completare gare estreme nel suo paese, coprendo distanze di 80 chilometri e affrontando prove durissime come le 24 ore di corsa continuata. La pagina Crazy Runners l’ha ricordata come un’ambasciatrice di coraggio e di sogni realizzati.
