Vai al contenuto

Riccardo ucciso dal padre: l’autopsia rivela un crimine agghiacciante

Pubblicato: 26/04/2025 18:01

Nel pittoresco borgo di Oltra di Lamon, immerso nel silenzio delle Dolomiti, la routine è stata spezzata da un tragico evento familiare che ha sconvolto la comunità. Martedì 22 aprile, un giorno che doveva essere come tanti, si è trasformato in un incubo. L’autopsia sui corpi di Riccardo Gaio e del padre Vladislav ha portato alla luce dettagli scioccanti di un crimine spietato. Il tranquillo paesino ora piange in un silenzio carico di incredulità. (Continua dopo le foto)

Un atto di vendetta nato dalla separazione

Le indagini hanno fatto luce su un contesto di separazione conflittuale tra Vladislav e la moglie, con una denuncia per violenza domestica appena presentata. Questo sembra essere stato il catalizzatore dell’atrocità. I nonni materni hanno testimoniato che Vladislav aveva cercato di portare via anche la figlia tredicenne, senza riuscirci. Tragicamente, è stata proprio la giovane a scoprire i corpi senza vita al suo ritorno a casa. Una scena di orrore indimenticabile per chi l’ha vissuta e per chi ascolta il racconto.

Un paese in lutto: funerali separati

La comunità è unita nel dolore, ma i funerali saranno celebrati separatamente per rispetto alla memoria di Riccardo. Descritto come “un ragazzo pieno di vita e di sogni”, il giovane sarà salutato nella chiesa del paese. “Non possiamo confondere la vittima con chi l’ha strappata alla vita”, ha dichiarato un membro della comunità. Le esequie di Vladislav saranno private. Ma cosa ha veramente svelato l’autopsia?

Dettagli scioccanti dell’autopsia: un crimine premeditato?

L’autopsia ha rivelato la cruda violenza dell’accaduto. Vladislav, 49 anni, ha aggredito il figlio Riccardo, 17 anni, con nove coltellate prima di sparargli tre colpi alla testa con un fucile da macellazione, usato poi per togliersi la vita. Gli inquirenti indagano sulla possibilità di un gesto premeditato, alimentato da rancori mai sopiti. Il fucile, acquistabile senza porto d’armi, è ora al centro delle indagini.

Ferite aperte: la ricerca di verità e giustizia

Mentre le indagini proseguono sotto la guida del pubblico ministero Paolo Storari, il paese si chiede come sia stato possibile. La polizia scientifica ha concluso i rilievi, e si attende l’analisi delle dinamiche psicologiche dietro questo atto. La comunità di Lamon si trova ora a dover affrontare una ferita difficile da rimarginare. “Non è solo una famiglia a piangere – ha osservato un parroco locale – è tutta Lamon a chiedersi come ricominciare a vivere”. Una tragedia che continua a riverberare nelle coscienze di tutti, oltre il semplice suono delle campane a lutto.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure