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“Dov’è mia sorella”. Tragedia funivia, l’unico sopravvissuto si sveglia dal coma: parole strazianti

Pubblicato: 29/04/2025 21:10

«Dov’è Janan?». Sono queste le prime parole pronunciate da Thabet Suliman, 23 anni, non appena si è risvegliato dal coma. Il giovane, unico sopravvissuto al disastro della funivia del Monte Faito, non sa ancora che la sorella Janan, insieme ad altri tre passeggeri, non ce l’ha fatta. Thabet è stato sedato per una settimana, dopo essere stato ricoverato in gravi condizioni. Il fratello maggiore, Mohammed, ha cercato di proteggerlo dalla verità, spiegandogli con cautela cosa è successo quel tragico giorno.

L’incidente ha lasciato segni profondi non solo nel fisico, ma anche nell’anima. Il ragazzo, che studia Ingegneria, avrà bisogno di un lungo percorso di recupero. Oltre alle cure mediche, sarà affiancato da un supporto psicologico per affrontare il trauma e il lutto devastante. Il risveglio è avvenuto sabato 26 aprile 2025, ma il cammino verso la consapevolezza sarà lento e doloroso.

Una vacanza in Italia diventata tragedia
Thabet e Janan Suliman, 25 anni, erano arrivati in Italia per una breve vacanza. Originari di una cittadina in Israele, i due fratelli avevano programmato un viaggio che prevedeva tappe a Roma, Napoli e nella Costiera Sorrentina. Il 17 aprile avevano deciso di salire sulla funivia del Monte Faito per godersi la vista del Golfo di Napoli, ignari che quel momento di svago si sarebbe trasformato in una tragedia.

Tra la nebbia fitta e condizioni ancora da accertare, la cabina su cui viaggiavano è precipitata nel vuoto, provocando la morte di quattro persone. La dinamica dell’incidente è ancora oggetto di indagine, ma i familiari delle vittime e l’opinione pubblica chiedono chiarezza e giustizia. Il disastro ha scosso profondamente anche la comunità locale.

Procura al lavoro: nuovi sopralluoghi
Il 28 aprile 2025 è stato effettuato un nuovo sopralluogo da parte della Procura di Torre Annunziata. Gli investigatori, accompagnati da un consulente tecnico, dalla Polizia di Stato e dai Vigili del Fuoco, si sono concentrati sull’area della funivia che collega Castellammare di Stabia al Monte Faito. L’attenzione si è focalizzata sulla stazione del Faito, dove la cabina era quasi arrivata prima di tornare indietro e poi cadere.

Per le ispezioni sono stati impiegati anche droni della Polizia Scientifica, che hanno effettuato riprese video delle aree interessate. Le immagini saranno fondamentali per ricostruire le fasi finali dell’incidente e accertare eventuali responsabilità tecniche o gestionali. L’inchiesta è ancora alle prime fasi, ma cresce la pressione sull’accertamento della verità.

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