Vai al contenuto

Energia elettrica gratis per sei ore: perché non è una buona notizia

Pubblicato: 01/05/2025 10:47

Il primo maggio, in Italia, il prezzo dell’energia elettrica è sceso a zero tra le 11 e le 17, una condizione che nel mercato viene definita Pun nullo (prezzo unico nazionale). La causa è la combinazione di bassa domanda — tipica di una giornata festiva — e forte produzione da fonti rinnovabili, in particolare solare ed eolico. Secondo le contrattazioni sul mercato del giorno prima, gestito dal Gme (Gestore dei mercati energetici), in quelle ore la produzione rinnovabile è stata sufficiente a coprire tutta la richiesta nazionale, senza bisogno di attivare centrali a gas.

Un simile scenario si era verificato in Italia solo in momenti eccezionali, come durante il lockdown della primavera 2020, e anche allora solo per poche ore. I dati parlano chiaro: mentre i consumi attesi si fermavano a 22 GW, il parco installato contava 13 GW eolici e 38 GW fotovoltaici, in grado di coprire abbondantemente la domanda. Ma dietro questo apparente “regalo” si nasconde un paradosso: gli impianti non lavorano a mercato. Sono infatti incentivati, e quindi remunerati a prescindere dal prezzo. Quei costi, inevitabilmente, finiscono nelle bollette dei cittadini.

Il paradosso dell’energia a costo zero

Secondo gli esperti, questa energia a costo zero è una medaglia a due facce. Da un lato, abbassa il costo dell’energia per i consumatori. Dall’altro, segnala una criticità strutturale del sistema. Se il prezzo rimanesse nullo per periodi prolungati, verrebbe meno l’incentivo a investire in nuovi impianti, bloccando di fatto la transizione energetica. Nessuno metterebbe capitali in un mercato dove la produzione non viene remunerata.

Inoltre, situazioni frequenti di sovrapproduzione complicano la gestione della rete elettrica, esponendola a instabilità. Il sistema non è progettato per accogliere tutta questa energia in eccesso, soprattutto se non si affiancano sistemi di accumulo efficienti e interventi infrastrutturali sulla rete. Il rischio, paradossalmente, è che la crescita delle rinnovabili diventi un problema se non viene accompagnata da scelte tecniche e politiche adeguate.

Il vero costo della flessibilità mancata

Quegli interventi — dalle batterie di accumulo al rafforzamento della rete — hanno un costo elevato, e finiranno comunque in bolletta. È il prezzo nascosto della flessibilità che oggi manca. L’effetto immediato del prezzo nullo si annulla nel lungo periodo se ogni chilowattora “regalato” genera investimenti compensativi a carico della collettività.

La giornata del Primo Maggio mostra una realtà complessa: sole e vento sono gratis, ma utilizzarli non lo è. L’energia “regalata” è in realtà pagata in altri modi, e senza un intervento mirato su reti, accumulo e logiche di mercato, il prezzo zero rischia di diventare insostenibile per il sistema.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2025 10:50

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure