Vai al contenuto

Italia, suore di clausura in fuga dal convento si rifugiano in un luogo segreto: “Fatti gravissimi lì”

Pubblicato: 02/05/2025 13:48

Un fatto insolito ha scosso il mondo della vita monastica italiana: cinque religiose di clausura hanno deciso di lasciare improvvisamente il loro convento, denunciando una situazione diventata insostenibile all’interno della comunità religiosa. Il loro allontanamento, volontario ma sofferto, è stato motivato da ciò che definiscono “gravi vicissitudini” interne che le avrebbero spinte a cercare rifugio altrove.

La rottura dopo la destituzione della badessa

Le monache in questione risiedevano fino a pochi giorni fa presso il convento di San Giacomo di Veglia, nel Trevigiano. Hanno spiegato che tutto sarebbe iniziato circa due anni fa, con un clima via via più teso, culminato con l’arrivo di una Commissione ecclesiastica e con la destituzione della madre badessa, suor Aline Pereira. Secondo una delle suore, “siamo dovute fuggire perché il clima, da quando è arrivata la Commissione che ha allontanato suor Aline, è diventato insostenibile”.

Una situazione che, a detta loro, ha spezzato un equilibrio che durava da decenni. “Hanno distrutto una situazione di pace che durava da mezzo secolo, ci siamo sentite soffocate e ce ne siamo andate”, ha dichiarato una delle consorelle, alcune delle quali risiedevano nel monastero da oltre 25 anni.

La difesa di suor Aline: “Nessuna prova concreta”

Anche suor Aline, attualmente lontana dal convento per ragioni personali, ha voluto offrire la propria versione. “Tutto è iniziato due anni fa – ha raccontato – quando quattro consorelle inviarono una lettera al Santo Padre, accusandomi di comportamenti gravi e infondati. La missiva fu girata al Dicastero, che ha deciso per il commissariamento. Ma quelle accuse sono state smentite da molte altre suore”.

La religiosa sostiene che non siano mai state presentate prove concrete contro di lei: “Il vero errore è stato non verificare l’oggettività delle accuse. Sono stata rimossa senza alcuna dimostrazione”. E aggiunge con fermezza: “Non posso accettare che la mia vocazione venga distrutta da calunnie. Se esistono prove, che vengano mostrate. Altrimenti agirò per vie legali”.

Nel frattempo, il destino delle suore fuggite resta avvolto dal riserbo. Le cinque donne si trovano ora in un luogo protetto, lontano dai riflettori e, almeno per ora, anche dalle gerarchie ecclesiastiche.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 02/05/2025 13:49

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure