Vai al contenuto

Riccardo ucciso a coltellate durante una lite tra tifosi. Il 19enne arrestato: “Ho dovuto farlo”

Pubblicato: 04/05/2025 09:20

La notte tra il 3 e il 4 maggio è stata segnata da una tragedia che ha sconvolto la comunità. Un 26enne, Riccardo Claris, è stato brutalmente ucciso durante una violenta rissa tra tifosi. L’incontro, che avrebbe dovuto essere solo l’ennesima manifestazione di passione calcistica, è sfociato in una violenza senza controllo. Dieci giovani, armati di catene, bastoni e una rabbia travolgente, si sono scontrati in strada, alimentando una rivalità sempre più cruenta tra tifosi di due squadre.

Il clima di tensione è aumentato rapidamente, e un momento di pura follia ha visto emergere la violenza fisica. A un certo punto, uno dei ragazzi ha estratto un coltello, e in un attimo la situazione è degenerata. Riccardo Claris è stato colpito alla schiena e, nonostante l’intervento tempestivo dei soccorritori del 118, non c’è stato nulla da fare. Il giovane è morto poco dopo l’arrivo dei medici, mentre la rissa infuriava attorno a lui.

L’omicidio è avvenuto a Bergamo, precisamente in via Ghirardelli 27 vicino allo stadio. La violenza è esplosa poco dopo l’una tra tifosi dell’Atalanta e dell’Inter. Poche ore dopo, il 19enne Jacopo De Simone, si è presentato spontaneamente alle forze dell’ordine. Secondo quanto ricostruito, Jacopo avrebbe agito per difendere il fratello maggiore coinvolto nella rissa. Dopo aver visto la situazione degenerare, sarebbe salito a casa, avrebbe preso un coltello e sarebbe tornato sul posto per infliggere il colpo mortale a Riccardo Claris.

Jacopo è ora in carcere, in attesa dell’interrogatorio di convalida, e la sua vicenda ha un ulteriore elemento inquietante: Jacopo è il fratellastro di Francesco De Simone, arrestato qualche mese fa per l’omicidio di Luciano Muttoni, il 58enne ucciso a Valbrembo durante una rapina finita male.

Testimonianze di una notte di paura

La notte ha scosso non solo i protagonisti diretti, ma anche i residenti del quartiere, che hanno vissuto in prima persona il terrore di quella violenza. Molti sono stati svegliati dal fragore degli schiamazzi, dalle urla rabbiose e dai rumori dei colpi inferti con le catene e i bastoni.

«Ho sentito degli schiamazzi e qualcuno urlare “basta!”», racconta una testimone, che ha osservato tutto dalla finestra. Un’altra residente ha ricordato di aver sentito qualcuno urlare: «Ha un coltello, ha un coltello!».

Un giovane, ancora sconvolto, ha raccontato di essere stato avvicinato da uno dei ragazzi coinvolti nella rissa, che gli ha chiesto se conosceva un interista che abitava nei paraggi, aggiungendo con rabbia: «Se lo trovo lo ammazzo». La paura ha preso il sopravvento su tutti, mentre la violenza dilagava senza freni.

Accoltellamento fuori da una discoteca nel Trevigiano

In quella stessa notte, a Castelfranco Veneto, è avvenuto un altro episodio simile. Fuori dalla discoteca Baita al Lago, alle 4 del mattino, una lite tra giovani ha portato a un altro accoltellamento. Un 20enne è stato ucciso, mentre un altro ragazzo, un 22enne, è rimasto gravemente ferito ed è ora ricoverato in condizioni critiche.

La dinamica della lite è ancora oggetto di indagine, ma secondo i primi accertamenti, la rissa sarebbe scoppiata all’interno del locale per poi spostarsi all’esterno, dove la violenza ha avuto la meglio. Due coetanei sono stati fermati dai carabinieri e sono ora sotto interrogatorio per chiarire il loro coinvolgimento nell’aggressione.

Una spirale di violenza che scuote due comunità

Due episodi di violenza, distanti ma simili, che hanno scosso profondamente le comunità coinvolte. Rivalità calcistiche, liti tra giovani, e il risultato è sempre lo stesso: due vite spezzate. In una sola notte, sono stati tolti due ragazzi giovani e la paura ha attraversato le strade di Bergamo e di Castelfranco Veneto. Come è stato possibile arrivare a tutto ciò? La risposta sembra sfuggire, ma la spirale di violenza che continua a mietere vittime sembra non fermarsi mai.

Continua a leggere su TheSocialPost.it

Ultimo Aggiornamento: 04/05/2025 14:59

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure