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“Bassetti è stato ucciso”, ma il servizio del Tg1 è un fake. Il medico denuncia: “Colpa dei no vax”

Pubblicato: 06/05/2025 11:21
Bassetti ucciso Tg1 fake

I social network, spesso luogo di intrattenimento, informazione e condivisione, si confermano anche teatro di abusi e pericolose manipolazioni. In un’epoca in cui l’intelligenza artificiale è capace di simulare perfettamente volti, voci e scenari, distinguere il vero dal falso diventa sempre più difficile, soprattutto quando la tecnologia viene usata con l’intento di diffondere disinformazione o alimentare odio.
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È bastato un video per scatenare il panico in rete. Un montaggio verosimile, uno sfondo simile a quello del più noto telegiornale italiano, un avatar animato che imita una giornalista professionista. Il tutto orchestrato per annunciare una notizia falsa, che coinvolge una figura pubblica ben riconoscibile. Il risultato è inquietante: migliaia di condivisioni, commenti confusi e un fiume di utenti incapaci di distinguere la bufala dalla realtà.

Video fake annuncia l’omicidio di Matteo Bassetti

Nelle ultime ore ha iniziato a circolare online un video virale che simula un servizio del Tg1 e che annuncia la morte violenta del medico Matteo Bassetti. Nel filmato, completamente artefatto, si parla di un “omicidio avvenuto a Roma”, con tanto di dettagli ricostruiti artificialmente: “colpi di arma da fuoco esplosi contro l’auto” del medico, “bossoli ritrovati sulla scena del crimine”, e un presunto legame con rivelazioni scomode che l’infettivologo avrebbe rilasciato “il giorno prima” della sua morte.

Il servizio è introdotto da una giornalista generata con l’intelligenza artificiale, che scandisce con tono professionale un testo pieno di allusioni cospirazioniste. Al termine della finta edizione del Tg1, il video prosegue con la riproduzione di un falso discorso di Bassetti, generato digitalmente, nel quale l’infettivologo pronuncia frasi deliranti contro il sistema sanitario e l’industria farmaceutica: “Se continui ad andare in farmacia, preparati al funerale. L’industria farmaceutica è una mafia. Guadagnano sul tuo dolore”.

Un attacco mediatico costruito con l’Ai

Il filmato è una completa invenzione, un elaborato deepfake concepito con strumenti di intelligenza artificiale capaci di clonare volti e voci, e probabilmente riconducibile a ambienti no-vax, già più volte apertamente ostili nei confronti di Bassetti. Durante l’emergenza Covid, il medico genovese è stato tra le figure più esposte nella comunicazione pubblica, ed è finito spesso nel mirino di campagne denigratorie.

La manipolazione del contenuto, seppur facilmente smascherabile da un occhio attento, si è diffusa rapidamente, dimostrando quanto sia sottile il confine tra satira, disinformazione e incitamento all’odio. In questo caso, la simulazione non ha avuto alcuno scopo ironico, ma è stata costruita per generare sgomento e colpire la credibilità di una persona reale.

La reazione di Bassetti: “Che brutto mondo”

A poche ore dalla diffusione del video, Matteo Bassetti ha replicato pubblicamente tramite un post sul suo profilo Facebook: “Io non ho più parole – ha scritto – Continuano a falsificare la mia voce, a minacciarmi, a dire che sono morto. Ora addirittura che mi hanno sparato. Che brutto mondo!”. Parole che esprimono sgomento e stanchezza, di fronte a una lunga serie di attacchi personali ricevuti negli anni.

Nel suo sfogo, l’infettivologo si rivolge anche alle istituzioni: “Possibile che la polizia postale e la magistratura non siano in grado di fermare tutto questo?”. Una domanda che evidenzia la difficoltà delle autorità nell’intervenire con tempestività di fronte alla rapidissima evoluzione delle tecnologie digitali, che permettono la produzione e la diffusione istantanea di contenuti falsi ma incredibilmente realistici.

Il video è stato denunciato formalmente da Bassetti, che ne ha attribuito la paternità a gruppi ostili al suo operato scientifico e mediatico. Un caso che solleva preoccupazioni sempre più urgenti sul tema della sicurezza digitale, della tutela dell’identità online e della necessità di strumenti adeguati a contrastare la proliferazione di fake news create con l’intelligenza artificiale.

Questa vicenda non è soltanto un attacco personale a un professionista, ma un campanello d’allarme per la società intera: la manipolazione dell’informazione ha varcato una nuova soglia, e il confine tra realtà e finzione è sempre più fragile.

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