
A soli 23 anni, una giovane influencer molto seguita sui social rompe il silenzio e racconta la sua lotta quotidiana dopo aver denunciato l’ex compagno per stalking aggravato. Una battaglia giudiziaria, ma anche personale, che le ha lasciato cicatrici profonde. «Tante volte mi sono chiesta chi me l’ha fatto fare. È durissima. So che ho fatto la cosa giusta, ma la verità è che sto vivendo un inferno», confessa in una lunga intervista.
Il 30 aprile, la Cassazione ha confermato che l’uomo, noto volto della televisione e della nightlife, dovrà indossare un braccialetto elettronico. Il dispositivo serve a far rispettare il divieto di avvicinamento a meno di 500 metri da lei e dalla loro bambina. Attualmente lui si trova all’estero, mentre lei vive sotto tutela delle forze dell’ordine.

Il dispositivo anti-stalker e una protezione che pesa
«Questo orologio non è un accessorio. Me l’hanno dato i carabinieri lo scorso dicembre: se clicco un tasto arrivano subito le pattuglie. Mi fa sentire più al sicuro», racconta, mostrando il dispositivo che porta al polso. Una protezione concreta, certo, ma che segna anche il peso di una condizione che nessuna giovane madre dovrebbe mai conoscere.
La storia tra i due era nata sotto i riflettori di un reality, quando lei era appena diciannovenne. Dopo la nascita della figlia, però, il clima si è fatto tossico. «Diceva che dovevo mollare tutto per lui. Se non rispondevo subito al telefono, minacciava di fare scenate».
Nonostante un tentativo di riconciliazione, lei si è trovata di nuovo in una spirale di controllo. Dopo l’arresto di lui, avvenuto a novembre e seguito da una scarcerazione lampo, ha deciso di collaborare a fondo con gli inquirenti: «Ho consegnato il mio telefono, hanno letto anni di conversazioni. Solo allora ho iniziato a sentirmi ascoltata».
Un caso che mostra quanto sia difficile, anche oggi, essere credute e protette, ma che dimostra anche la forza di chi decide di non restare in silenzio.