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Heather Parisi: “Dopo Gaza, mi fa più paura l’atomica a Israele che all’Iran”

Pubblicato: 16/06/2025 14:41
Heather Parisi atomica Iran

Nel pieno del nuovo e drammatico scontro armato tra Israele e Iran, scoppiato in seguito all’attacco israeliano contro alcuni siti nucleari iraniani, si accende anche il fronte dell’opinione pubblica. Tra dichiarazioni istituzionali, prese di posizione diplomatiche e polemiche politiche, fanno discutere le parole di Heather Parisi, che ha scelto di intervenire pubblicamente sul tema, con toni duri e decisamente fuori dal coro.
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L’ex ballerina e showgirl, già nota per le sue posizioni controcorrente su Covid e vaccini, ha pubblicato un post dai contenuti forti, che ha subito diviso gli utenti della rete. Il suo intervento, apertamente schierato contro Israele e gli Stati Uniti, ha riacceso il dibattito attorno al ruolo dell’informazione, al diritto di espressione e ai rischi di propaganda sui social.

Un’accusa diretta a Israele e agli Stati Uniti

Nel messaggio pubblicato online, Heather Parisi si concentra sulla questione palestinese, definendo quanto accaduto nella Striscia di Gaza come un “genocidio”. Secondo l’artista, le recenti azioni di Tel Aviv rappresenterebbero un tentativo di spostare l’attenzione dell’opinione pubblica, proprio nel momento in cui crescevano le voci di denuncia sulla situazione dei civili palestinesi.

“Quando finalmente, seppur con criminale ritardo, anche i più restii erano obbligati a riconoscere il genocidio del popolo Palestinese a Gaza,” scrive Parisi, “ecco puntuale il diversivo per ricompattare l’opinione pubblica a favore delle guerre di Israele e USA contro il mondo islamico”.

Una dichiarazione che, in poche ore, ha suscitato forti reazioni. C’è chi applaude il coraggio della ex ballerina nell’esprimere un pensiero scomodo, e chi invece la accusa di alimentare la disinformazione o, peggio, di legittimare posizioni estremiste.

“Mi fa più paura Israele con l’atomica che l’Iran”

La frase che più ha fatto discutere è però un’altra. In riferimento al recente attacco ai siti nucleari iraniani, Heather Parisi ha scritto: “A me, dopo quanto è successo a Gaza, fa più paura l’idea che abbia l’atomica Israele piuttosto che ce l’abbia l’Iran”.

Un’affermazione pesante, in aperta contrapposizione con la narrativa dominante che descrive Teheran come una minaccia crescente per la stabilità dell’area mediorientale. Le parole della showgirl evocano una visione del mondo dove le responsabilità dei conflitti non sono univoche, e dove anche le democrazie occidentali, a suo dire, avrebbero una parte attiva nell’alimentare guerre e violenza.

Il tema delle armi nucleari in Medio Oriente è da sempre uno dei più delicati e controversi. Le dichiarazioni della Parisi hanno finito così per inserirsi nel dibattito più ampio sulla legittimità del possesso dell’atomica da parte di alcuni Paesi, e sulle doppie morali spesso presenti nel discorso internazionale.

Reazioni social tra sostegno e indignazione

Come già accaduto in passato, anche stavolta le parole di Heather Parisi hanno diviso i suoi follower. Alcuni la ringraziano per “dire ad alta voce quello che molti pensano”, sottolineando come sia importante non appiattirsi sulla narrazione ufficiale. Altri, invece, l’accusano di negazionismo nei confronti delle minacce reali rappresentate dal regime iraniano, e di avere una visione ideologica e pericolosa del conflitto.

Il post ha rapidamente fatto il giro dei social, alimentando commenti, condivisioni e critiche. A intervenire sono stati anche giornalisti, opinionisti e utenti comuni, in un crescendo di tensione che dimostra ancora una volta quanto sia scivoloso il terreno delle opinioni personali in tempo di guerra.

Una voce fuori dal coro o propaganda mascherata?

Non è la prima volta che la showgirl, lontana ormai da tempo dal mondo della televisione italiana, decide di esporsi su temi politici e internazionali. Durante la pandemia da Covid-19 era diventata nota per le sue posizioni contrarie ai vaccini e alle restrizioni sanitarie, suscitando aspre polemiche.

Ora, con il nuovo conflitto tra Israele e Iran, la sua voce torna a farsi sentire in modo netto, generando una nuova ondata di discussione. Il punto critico rimane sempre lo stesso: dove finisce la libertà di opinione e dove inizia la responsabilità pubblica di chi comunica a migliaia di persone?

Le dichiarazioni di Parisi, in un momento già segnato da una forte polarizzazione, si inseriscono in un contesto geopolitico esplosivo. Le relazioni internazionali, le strategie militari e la comunicazione pubblica sono oggi strettamente connesse, e anche una dichiarazione su Instagram può trasformarsi in un elemento della battaglia per il consenso.

Libertà di espressione e dovere di responsabilità

Il caso Parisi apre, ancora una volta, il dibattito sul ruolo dei personaggi pubblici nel trattare tematiche complesse. Se da un lato la libertà di espressione è un diritto irrinunciabile, dall’altro chi gode di visibilità mediatica ha anche un dovere etico verso il pubblico, specie quando si affrontano questioni di guerra, morte e diplomazia.

In un’epoca in cui le parole hanno un peso enorme, è fondamentale distinguere tra critica legittima e retorica infiammata. Il confine tra attivismo e disinformazione è sottile, e il rischio di manipolazioni – anche involontarie – è sempre presente.

Le reazioni al post della showgirl dimostrano quanto sia difficile oggi esprimere un’opinione senza sollevare un polverone mediatico. Ma anche quanto sia necessario, forse, riportare il dibattito sui binari della verifica, dell’ascolto e della responsabilità collettiva.

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Ultimo Aggiornamento: 26/06/2025 09:11

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