
Sono stati ritrovati senza vita i due alpinisti dispersi sotto Cima Vertana, nel gruppo dell’Ortles, in Alto Adige. Si tratta di due turisti tedeschi, padre e figlia di soli diciassette anni. Con il loro ritrovamento sale a cinque il bilancio delle vittime della slavina che ieri ha travolto una cordata sul versante nord della montagna.
Le ricerche erano riprese all’alba a Solda, ma le condizioni meteorologiche avverse e la nebbia fitta hanno rallentato le operazioni di soccorso. Gli elicotteri sono riusciti a trasportare le squadre solo fino a 2.600 metri di quota, costringendo i soccorritori a un’ulteriore marcia a piedi di due ore per raggiungere i 3.200 metri del luogo della tragedia.
Le prime ricostruzioni indicano che la valanga sarebbe stata provocata da una combinazione di neve fresca, vento forte e forte escursione termica tra giorno e notte. La slavina si sarebbe staccata a circa 100 metri sotto la vetta, a 3.545 metri di altitudine, travolgendo tre scialpinisti tedeschi che stavano risalendo un canalone di neve tra le rocce.

I tre componenti della prima cordata, dotati di ramponi e piccozze, non hanno avuto scampo: la massa di neve li ha travolti per centinaia di metri, seppellendoli poco sopra il ghiacciaio del Rosim. Le vittime — una donna di 30 anni e due uomini di 50 e 30 anni — sono morte sul colpo a causa dei traumi contro le rocce e della neve inalata nei polmoni.
A lanciare l’allarme, alle 15:50, è stata una seconda cordata di quattro alpinisti, anch’essi tedeschi, che ha assistito al distacco. Sono stati loro i primi a tentare di estrarre i compagni dalla neve, riuscendo a recuperarli rapidamente ma senza esito positivo. Due di loro, sotto shock, sono stati trasportati in elicottero a valle e ricoverati all’ospedale di Bolzano, dove non risultano in pericolo di vita.
Le operazioni di soccorso, sospese la sera a causa del buio e della bufera di neve, non avevano permesso di raggiungere i due dispersi. Questi ultimi erano riusciti a contattare via telefono il Soccorso Alpino di Solda, spiegando di essersi rifugiati tra alcune rocce poco sotto la cima e di essere equipaggiati per la notte con materiale da bivacco. Le loro parole avevano lasciato sperare, ma il peggioramento del meteo ha reso impossibile salvarli in tempo.
Le due cordate di scialpinisti erano partite all’alba da Solda, a 1.900 metri, con l’obiettivo di raggiungere la vetta dopo un dislivello di oltre 1.700 metri. Una salita impegnativa ma non particolarmente tecnica, resa più complessa dalla chiusura della cabinovia del Pilastro e dalla neve inconsistente sotto quota 2.600.
Gli esperti ipotizzano che a tradire gli alpinisti sia stata una partenza ritardata o una progressione rallentata dal maltempo, che li ha costretti a proseguire in condizioni di visibilità ridotta. Sotto quota, inoltre, la scarsa copertura nevosa avrebbe impedito un rapido rientro con gli sci, obbligandoli a scendere a piedi.
Il Soccorso Alpino Altoatesino, insieme ai militari del Soccorso Alpino della Guardia di Finanza, ha confermato la conclusione delle ricerche e il recupero di tutti i corpi. La comunità di Solda e l’intera valle sono sotto choc per la tragedia dell’Ortles, una delle più gravi degli ultimi anni, che riaccende il dibattito sulla sicurezza in montagna e sull’imprevedibilità del rischio valanghe anche a inizio stagione invernale.


