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Quel documento su Sempio: la rivelazione di Garofano che riaccende il caso Garlasco

Pubblicato: 04/11/2025 13:06

Diciotto anni dopo l’omicidio di Chiara Poggi, il caso Garlasco torna a far parlare di sé. A riaccendere l’interesse è un’intervista andata in onda nel programma “Lo Stato delle Cose”, in cui la giornalista Ilenia Petracalvina ha raccolto le parole del generale Luciano Garofano. L’ex comandante dei Ris di Parma ha svelato dettagli inediti che riaprono vecchie domande sul filone d’indagine legato ad Andrea Sempio, amico d’infanzia di Chiara e per un periodo finito sotto inchiesta.

Il generale, oggi in pensione, ha raccontato un retroscena che ha lasciato tutti sorpresi: la consulenza tecnica redatta da lui nel 2017 per la difesa di Sempio “non è mai stata depositata”. Un particolare che, se confermato, potrebbe cambiare la percezione di alcuni momenti chiave dell’inchiesta parallela. “Nel gennaio 2017 ricevo un documento molto particolare (che forse non avrebbe potuto avere, perché era secretato, fa notare la giornalista). La consulenza Linarello parlava della possibilità che il dna sulle unghie di Chiara Poggi fosse di Andrea Sempio”.

Un documento mai depositato

La rivelazione di Garofano getta nuova luce sul caso. L’ex comandante ha ricostruito con precisione quei giorni: “L’11 gennaio del 2017 ricevetti dall’avvocato Soldani, a nome di tutti e tre gli avvocati, tutta la documentazione della perizia De Stefano. La seconda mail la ricevo il 13 gennaio 2017, con la quale mi chiede anche di verificare se il profilo di Sempio potesse essere considerato idoneo a fronte della perizia Linarello”.

Dopo aver analizzato il materiale, Garofano conclude che “quel prelievo fatto dall’agenzia investigativa corrispondeva ad Andrea Sempio”. Tuttavia, aggiunge, “a mio avviso, come correttamente aveva concluso De Stefano, non era idoneo per alcuna comparazione”.

Il generale Luciano Garofano durante un'intervista televisiva

Le domande ancora senza risposta

Quando la giornalista gli chiede se non abbia avuto il dubbio che la documentazione fosse secretata, Garofano risponde: “Assolutamente no … quando ho visto che a nome di tre avvocati mi arrivava quella documentazione, per me era legittima. Non me lo sono nemmeno posto”. Una risposta che mostra come, almeno dal suo punto di vista, non ci fosse consapevolezza di un possibile errore procedurale. Ma il dubbio resta: perché quella consulenza non è mai stata formalmente depositata?

Il generale ammette di essere rimasto sorpreso: “La mia buona fede e trasparenza emerge … io sono rimasto sorpreso quando quest’anno l’avvocato Lovati mi ha detto che non era stata depositata. Non lo so. Strategia difensiva”. Poi aggiunge: la relazione, inviata via mail il 27 gennaio 2017, “non so se era legale o meno”, ma di certo “non me lo sono chiesto in questi mesi, non me lo sono chiesto. Aspetto anch’io che si possa scrivere una verità su questi passaggi e sul perché non è stata depositata”.

Andrea Sempio, al centro delle nuove rivelazioni sul caso Garlasco

Un caso che non smette di far discutere

Garofano ha infine spiegato di aver rinunciato al suo incarico di consulente tecnico di parte il 30 settembre 2025, chiudendo così un lungo capitolo della sua esperienza professionale. Ma la sua testimonianza ha riacceso l’interesse del pubblico e dei media su uno dei processi più discussi della cronaca italiana.

L’ombra di documenti mai depositati, analisi genetiche e strategie difensive torna così a pesare sulla ricerca di una verità definitiva. Il caso Garlasco resta un mistero aperto, e la nuova rivelazione di Garofano riporta tutti a chiedersi se la verità, dopo quasi due decenni, sia davvero ancora tutta da scrivere.

Luciano Garofano e Andrea Sempio, protagonisti indiretti del caso Garlasco

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Ultimo Aggiornamento: 04/11/2025 13:07

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