Un nuovo studio ha dimostrato come sia possibile rallentare l’invecchiamento precoce causato dalla progeria, intervenendo sui geni. Ad annunciarlo è Sammy Basso, il ragazzo italiano affetto da questa patologia, che da tempo si dedica alla sensibilizzazione su questo tema.
La nuova cura si basa su tecniche di “editing genetico”
Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica Nature, ha utilizzato il DNA di topi affetti dalla sindrome. A causare l’invecchiamento precoce caratteristico della progeria è infatti la mutazione di un gene, chiamato LMNA. Per questo motivo, i bambini affetti da progeria manifestano le stesse malattie che normalmente colpiscono gli anziani. Gli scienziati hanno dimostrato la possibilità di “tagliare ed incollare” parti del gene, sostituendo i meccanismi che causano la malattia. Grazie alla tecnica Crispr/Cas 9, infatti, sarebbe possibile evitare la scorretta produzione da parte del corpo della progerina, ovvero la proteina che programma il corpo per l’invecchiamento.

Sammy continua a sperare nella scienza
Sebbene non si tratti di una cura definitiva, i risultati sono comunque all’avanguardia. Lo sa bene – grazie anche alla sua laurea in Scienze Naturali – Sammy Basso, che ha partecipato in prima persona allo studio. “È una delle prime volte che viene usato questo metodo a livello sistemico: non viene curato solo un organo, ma un organismo intero. La tecnica è stata applicata in vitro, dunque in cellule, ma anche su modelli animali e ha dato risultati straordinari”, ha raccontato Sammy. La corsa della ricerca verso soluzioni concrete per queste rare patologie non si arresta, raggiungendo sempre nuovi obiettivi. Negli scorsi giorni, infatti, Sammy ha affrontato con successo un’operazione al San Camillo di Roma. Per la prima volta al mondo, i medici sono riusciti ad intervenire chirurgicamente sul cuore di un paziente affetto da progeria, aprendo a nuove possibilità.

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