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Chi ha paura dei medici se curano i pupazzi? Il progetto dell’ospedale di Bolzano

Pubblicato: 29/04/2019 19:14

Una sala d’attesa invasa da palloncini colorati. Aghi da stoffa per ricucire ferite di pezza. Terapie mediche a base di coccole e biscotti. Sembra l’utopico ospedale del Paese dei Balocchi, eppure è diventato realtà, anche se solo per pochi giorni. Ha avuto luogo presso l’Ospedale provinciale di Bolzano che è stato trasformato dalla 3 giorni dei TeddyDocs, iniziativa nata per avvicinare i bambini allo “spaventoso” mondo dei medici.

L’identikit dei medici dei pupazzi

Chi sono i TeddyDocs? 120 aspiranti medici dell’Università di Medicina di Innsbruck e dell’altoatesina Claudiana e studenti della facoltà di Scienze della Formazione della Libera Università di Bolzano. Per tre giorni si sono trasformati in veri medici a disposizione di pazienti speciali: i pupazzi preferiti dei bambini di Bolzano di età compresa tra i 3 e i 7 anni. Ferite riportate durante round di gioco estremo, malanni stagionali, indigestioni di dolci: i TeddyDocs hanno prontamente curato e dimesso ogni peluche, riconsegnandolo ai giovani proprietari tra sguardi meravigliati e divertiti. Una simulazione ospedaliera giocosa e leggera, per far superare ai bambini la paura del camice bianco.

Peluche pazienti dei medici
I tipici “pazienti” dei TeddyDocs di Bolzano sono i peluche

L’entusiasmo delle istituzioni di Bolzano

“Voi siete l’investimento per il futuro”, ha detto l’Assessore alla Salute Thomas Widmann ai 120 TeddyDocs durante la cerimonia di apertura. “Il vostro entusiasmo è per noi fonte di ispirazione nel cercare di fare del nostro meglio per garantire agli adulti di domani una realtà fatta di qualità e benessere”. Nemmeno Florian Zerzer, Direttore dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige, ha trattenuto gli entusiasmi: ritiene l’iniziativa una ventata di gioia e dei colori tipici dell’infanzia in un luogo, l’ospedale, in cui “spesso si vivono situazioni di sofferenza sia fisica che psicologica”.

Il successo delle giornate di Bolzano

Come tutti i buoni medici, anche i TeddyDocs hanno avuto una considerevole fila di pazienti. Ben mille bambini tra i 3 e i 7 anni si sono presentati in ospedale con dinosauri invalidi, unicorni infermi, peluche e bambolotti. Dopo la registrazione e la coda in sala d’attesa (bisogna abituare le giovani leve anche a questo), hanno illustrato ai professionali Docs dove i pupazzi avessero la “bua”. L’occhio critico dei medici ha poi indirizzato i pazienti in chirurgia, radiologia o chirurgia, a seconda del caso, e prescritto i farmaci per una pronta guarigione. I più utilizzati? Frutta fresca, yogurt, coccole e l’intramontabile storia della buonanotte.

TeddyDocs nel mondo

Bolzano assume così il ruolo di città d’avanguardia in Italia. Sarà la latitudine nordica o la vicinanza con l’Austria, è la prima comunità ad adottare l’iniziativa TeddyDocs, importandola dal Nord Europa. Dopo un primo anno di sperimentazione, nel 2019 il progetto è stato replicato con il sostegno di istituzioni, associazioni e aziende sponsor. Dalla Germania all’Austria, dal Giappone al Regno Unito, i Teddy Bear Hospital si moltiplicano per creare un’immagine positiva del mondo ospedaliero tra i più i piccoli. In Australia quasi ogni scuola di medicina si presta all’iniziativa. Chi ha paura del dottore?